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Ecco la piattaforma per studiare gli eventi estremi del clima

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ClimaMeter è nata da un gruppo di ricerca internazionale al quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in collaborazione con il Centre National de la Recherche Scientifique francese, l’Università svedese di Uppsala e il Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam di Trieste.

In un mondo in cui, quando il meteo annuncia pioggia, bisogna ormai aspettarsi anche un tornado, arriva ClimaMeter. Si tratta di una piattaforma per studiare gli eventi estremi provocati dal cambiamento climatico e si fonda sul lavoro di un gruppo di ricerca internazionale: l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Centre National de la Recherche Scientifique francese, l’Università svedese di Uppsala e il Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam di Trieste.

Cicloni, ondate di calore e precipitazioni fuori dalla norma sono proprio il fulcro delle indagini, nella speranza di “fornire una rapida analisi del ruolo del cambiamento climatico e della variabilità naturale in un evento estremo meteorologico”, spiega Tommaso Alberti, ricercatore dell’Ingv. In questo modo sarà possibile raccogliere informazioni chiare e precise sulle influenze delle emissioni generate dalle attività umane sugli eventi estremi.

La grafica della piattaforma ClimaMeter vuole fornire “una visione chiara e dettagliata sull’origine naturale o antropica dell’evento estremo”, sostiene Alberti, nell’ottica di comprendere meglio il legame tra il cambiamento climatico e gli eventi meteorologici estremi”. Fondamentale per le ipotesi che la piattaforma fornirà sarà la comparazione di dati ottenuti nell’era satellitare, cioè nel periodo iniziato nel 1979, con le osservazioni diffuse delle variabili climatiche da parte dei satelliti.

Gli elementi da mettere in relazione saranno quelli ottenuti in tempo reale in relazione a pressione alla superficie terrestre, velocità del vento, quantità di precipitazioni e temperatura. Analizzando situazioni analoghe, la piattaforma potrà poi costituire la base per le strategie di mitigazione e l’adattamento alla continua evoluzione del cambiamento climatico.

di Daniela Faggion
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