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Editoria canaglia

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Due dei più importanti media group in Europa, News Corp. e Mondadori, sono funestati da polemiche giudiziarie e scontri politici. La fine, forse, di un modello novecentesco. News Corporation e Mondadori, storie diverse ma problemi attuali simili. Due tra i più importanti gruppi media internazionali stanno vivendo un momento complesso e rischiano di perdere il loro impatto dominante sui rispettivi mercati nazionali, Regno Unito e Italia. Da una parte, News Corp. paga l’effetto domino dello scandalo intercettazioni: in sette giorni, il gran capo Rupert Murdoch ha deciso la chiusura di News of the World (3,2 milioni di copie vendute), rinunciato temporaneamente alla scala di BSkyB (affare da 7 miliardi di sterline) e pensato alla cessione delle altre testate inglesi, The Sun e The Times . I riscontri giudiziari sono così allarmanti da aver spinto il premier David Cameron, fino a qualche mese fa molto vicino a Murdoch, ad aprire un’inchiesta parlamentare sul mondo dei media. La politica, per la prima volta in quarant’anni, si schiera contro l’impero di News Corp. Sorte simile per Mondadori, con Fininvest che dovrà pagare 560 milioni di euro alla Cir per aver corrotto il giudice del processo che nel 1991 assegnò la casa editrice a Silvio Berlusconi, levandola al controllo di Carlo De Benedetti. Anche qui, al di là delle polemiche sull’entità del risarcimento, il caso di corruzione è acclarato. E i due colossi dei media, costruiti in decenni di speculazioni al limite della legalità, scricchiolano, troppo statici nelle loro strutture teocratiche, dominate da Murdoch e Berlusconi. Troppo novecenteschi, forse, per gli anni Duemila.

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