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Editoria italiana fa i conti la crisi

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La situazione dell’editoria italiana e della filiera della carta è grave , la crisi economica ha colpito in modo pesante e sembrano ancora lontani i giorni della ripresa. A ribadirlo sono le associazioni di categoria dell’intera filiera di carta, editoria e stampa, che si sono riunite questa mattina presso la sede della Fieg, la Federazione italiana degli editori. “ Ci riuniamo per fare un discorso di sistema. La crisi è evidente e la situazione è ancora molto critica – ha detto il padrone di casa Carlo Malinconico, presidente della Fieg -. La riduzione dei ricavi è stata significativa con un -22% per i ricavi pubblicitari e una contrazione delle vendite che va tra il 6 e l’8 per cento. Siamo intervenuti nella riduzione deu costi per non andare ad intaccare i posti di lavoro, che comunque hanno segnato un -2,4%. Sappiamo che la carta stampa nei consumi delle famiglie ha un valore marginale ma è pur vero che il pluralismo trova il suo punto di forza nell’informazione per questo chiediamo un intervento deciso da parte delle istituzioni – ha aggiunto -. Interventi di tipo strutturale con la modifica e l’aggiornamento di una legge ormai vecchia di 30 anni. Serve un quadro normativo aggiornato per difendere il prodotto , con regole chiare e che non vada a contraddire le nostre esigenze” Lo spaccato poco felice della situazione è stato evidenziato da uno studio fatto da Alessandro Nova dell’Università Bocconi , che ha messo in luce come il sistema della filiera, ed economico in generale, abbiamo sia un sistema lento nella ripresa, rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.   “ I n più chiediamo interventi normativi per quel che riguarda la raccolta pubblicitaria ora fagocitata dal sistema radiotelevisivo – ha proseguito nel suo intervento Malinconico – e per quel che riguarda il sistema della distribuzione, con la possibilità di dare alle edicole di diventare distributrici di servizi e non solo una fonte di distribuzione di un’insieme confuso di carta stampa”   Queste le richieste a medio-lungo termine su cui parlare e confrontarsi, poi ci sono gli interventi urgenti : “ Tutelare il valore editoriale, ripristinare il credito d’imposta del 10% della spesa sostenuta dalle imprese per l’acquisto della carta utilizzata negli anni 2009 e 2010, sostenere la pubbicità trattandola come un investimento e non come un costo, parificare l’iva del prodotto on line a quello cartaceo”   Un grido d’allarme, l’ennesimo, di un settore che non trova risposte: “Noi spesso riceviamo e vediamo tante buone intenzioni – ha affermato Paolo Culicchi, presidente dell’Assocarta – poi ci scontriamo con la realtà dei fatti, ossia u no Stato finanziariamente debole. Quello che chiediamo è la valorizzazione tecnologica e l’automatica defiscalizzazione di questa. Noi siamo dormienti nello sviluppo industriale, la mancanza di investimenti ci porta ad essere vecchi, certo qualche sintomo di ripresa c’è ma è una ripresa lenta”

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