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Egitto, boom di neonati chiamati Facebook

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Dopo la rivoluzione di piazza, quella dell’anagrafe. Sono decine i neonati egiziani che in questi giorni sono stati battezzati con il nome di Facebook , in onore del più popolare social netowrk al mondo, primo veicolo (dal 25 gennaio) per le voci di protesta e per la rivolta che ha poi portato alla caduta del presidente Mubarak. L’Egitto, che conta 5 milioni di account Facebook, celebra così la sua rivoluzione e la pagina We are Khaled Said, dedicata al manifestante ucciso dalla polizia governativa e istituita lo scorso giugno dall’ingegnere di Google Wael Ghonim. La pagina è diventata negli scorsi mesi ricettacolo del malcontento del popolo del Nilo e ora un gettonato nome per infanti. Tra afflato storico-sociologico e cattivo gusto.

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