La rivolta egiziana che ha portato alla fine del regime di Honsi Mubarak nacque online, grazie ai social network , ai forum e allo scambio di idee, filmati e documenti che fecero da miccia prima e propellente per la rivolta. Proprio Mubarak, lo scorso 28 gennaio, diede ordine di ‘spegnere’ internet nel paese nordafricano, nel tentativo di fiaccare la sommossa popolare. L’oscuramento della rete non impedì alla storia di fare il suo corso, ma ora l’ex presidente rischia di dover pagare un conto molto salato per quella decisione. La corte amministrativa del Consiglio di Stato ha emesso una sentenza che condanna lui, l’ex primo ministro Ahmad Nazif e l’ex ministro dell’Interno Habib el Adly a una multa complessiva di 60 milioni di euro, come risarcimento per il black out del web. Una decisione senza precedenti che segue un fatto altrettanto unico, l’oscuramento dei sistemi di comunicazione di un paese intero. L’ammenda servirà a compensare lo Stato delle ingenti perdite derivate dal blocco di internet.
Egitto, multa per lo spegnimento della rete

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