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Egitto: polemiche per sceneggiato su Faruk

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In Egitto uno sceneggiato televisivo ha sollevato polemiche e sentimenti contrastanti all’interno del paese. Il soggetto è l’ultimo discusso sovrano d’Egitto, Faruk, e l’intenzione manifesta dello sceneggiato è quella di restaurare la sua immagine agli occhi del popolo e risvegliare sentimenti nostalgici per la monarchia.   Finalmente uno sceneggiato che rivela i punti positivi del suo regno ”, hanno infatti rincarato la dose alcuni giornali locali. La stampa dell’opposizione si è invece scagliata contro questa tendenza conducendo una campagna contro la ritrovata immagine di Faruk e contro chi afferma che “la monarchia è un regime più democratico e libero di quello che esiste attualmente in Egitto”.   Molti cittadini si sono scagliati contro la decisione della tv egiziana di rifiutare, ufficialmente per motivi finanziari, la produzione della serie in 30 episodi , realizzata dal siriano Hatem Ali e prodotta dal canale satellitare saudita Mbc, con un budget di oltre cinque milioni di dollari.  “Lo sceneggiato è simpatico perché ci si è accontentati di filmare palazzi e castelli, balli e concerti e i piccoli complotti e intrighi dell’harem in una famiglia di sovrani completamente isolata dal popolo”, ha commentato Assem Hanafi sul settimanale “Rosel Yussef”, che pubblica molti articoli sugli ”abusi” di un monarca conosciuto come “coureur de jupon” (donnaiolo), “un giovane re possessivo e capriccioso che sperperava il denaro del regno a poker”. Il giornale si è scagliato contro i titoli di testa, studiati per creare impressioni positive nel telespettatore : “‘le immagini d’archivio del bimbetto Faruk a cinque anni, dal volto innocente e angelico, e poi quelle del suo funerale in esilio, sono lì per fare da strappalacrime e suscitare simpatia”.  “Gli egiziani vogliono fuggire un presente duro rifugiandosi nel passato che non era affatto migliore della realtà in cui viviamo”, ha aggiunto Al Alam el Yom tentando di spiegare la nostalgia provocata dal feuilleton. Un’opera che “deforma la storia raccontando una realtà mai esistita”, è il parere di Rifaat el Said capo del partito marxista Tagamoo.  “Perché Faruk il buono, l’antibritannico, non c’è mai stato ma era un re che alla ricerca del potere assoluto ha manipolato la Costituzione per escludere il partito della maggioranza, il Wafd, da un governo che meritava. Un re che durante la seconda guerra ha preso contatto con l’esercito nazista e organizzato manifestazioni in cui si invitava Rommel ad avanzare su El Alamein”.  Sotto esame anche l’assenza di due pagine storiche che hanno portato alla caduta della monarchia: la disfatta del 1948 nella guerra di Palestina e la lotta contro l’occupazione britannica nel Canale.

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