La pagina di Facebok dedicata a Massimo Tartaglia, che al momento conta 51.331 fan, è solo il punto di partenza di una battaglia senza esclusione di colpi (di social network) che si è scatenata dall’ aggressione di ieri a Silvio Berlusconi e che ha rapidamente coinvolto il mondo della politica. Al momento, digitando Massimo Tartaglia su Facebook ci si addentra in un universo composto da 432 risultati, fra gruppi pro e contro e post degli iscritti alla popolare community. La generazione spontanea e immediata di messaggi di sostegno al 42enne che ha colpito il Premier ha suscitato la reazione dei consiglieri del Pdl della Regione Liguria , secondo i quali i messaggi comparsi su Facebook – come “Tartaglia ha sbagliato doveva sparargli”, “Credo che quest’uomo nella sua ‘infermità abbia solo fatto ciò che è normale”! o “E’ sempre troppo poco, doveva colpire meglio” – ispirano l’odio politico. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha chiesto un rapporto alla polizia postale per fare chiarezza sul clima che si registra in rete e la parlamentare del Pdl Gabriella Carlucci ha colto l’occasione per rilanciare la proposta di legge anti-anonimato presentata alla Camera dei Deputati qualche mese fa. ” E’inconcepibile e inaccettabile che al gesto incontrollato di un folle sia seguita l’adesione fredda e cosciente di migliaia di persone. I social network non sono più luoghi di incontro e socializzazione virtuale. Si sono trasformati in pericolose armi in mano a pochi delinquenti che sfruttando l’anonimato, incitano alla violenza, all’odio sociale, alla sovversione” , ha affermato Gabriella Carlucci. Il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi , ha chiesto al Viminale di “oscurare i siti in cui si inneggia alla vigliacca aggressione subita dal presidente del Consiglio”. Non si tratta dei primi dissapori fra la maggioranza e i gruppi di Facebook: a fine ottobre la procura di Roma aveva aperto un fascicolo d’inchiesta sul gruppo intitolato ‘Uccidiamo Berlusconi’ con con l’ipotesi di reato di minacce gravi. I fondatori della pagina ovviarono al problema cambiando l’intestazione con un più tenue ‘Berlusconi rispondi alle nostre domande’ L’escamotage deve aver colpito i sostenitori del premier, che questa mattina hanno cambiato titolo al gruppo ‘Made in Italy’ scegliendo un più attuale ‘Sosteniamo Silvio Berlusconi contro i fan Massimo Tartaglia’ e coinvolgendo, a loro insaputa, oltre 380.000 membri.
Facebook, Pdl contro i gruppi pro-Tartaglia

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