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Facebook prende le distanze da Prism e datagate

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Non cessa il turbinio di polemiche e reazioni dopo lo scoppio del così detto datagate , con il governo americano a spiare le attività web e telefoniche di milioni di cittadini. Tra le aziende chiamate in causa c’è anche Facebook, che smentisce qualsiasi coinvolgimento nell’operazione. “Fino a pochi giorni fa non avevamo mai sentito parlare di Prism” , ha detto Mark Zuckerberg ai giornalisti che gli chiedevano delucidazioni sull’uso del software-spia. Il gran capo del social network si è poi smarcato dalle attività di spionaggio governative: “Facebook non è e non è mai stato parte di un programma statunitense o di altri governi che abbia accesso diretto ai nostri server”.  Zuckerberg smentisce anche le voci secondo cui le grandi società internet e di tlc avrebbero ricevuto ordinanze speciali che le obbligavano a consegnare informazioni al governo:  “Non abbiamo mai ricevuto richieste di dati da alcuna agenzia governativa, come è successo a Verizon. Se fosse accaduto, le avremmo respinte fermamente” . Resta però il mistero di milioni di internauti seguiti passo passo da Washington senza che, apparentemente, nessuna delle parti in causa si accorgesse di nulla.

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