L’ex vice direttore di ‘Libero’ è stato radiato dall’ordine dei giornalisti. Lo ha deciso il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti con 68 voti a favore, 5 astenuti, 2 contrari e 4 schede bianche. La richiesta di radiazione era stata avanzata dal Procuratore generale della Repubblica di Milano. Renato Farina era stato “arruolato” nel Sismi col nome di Betulla. Per il Procuratore generale la sospensione di 12 mesi decisa dal Consiglio regionale della Lombardia era “inadeguata rispetto alla gravità della condotta ascritta e accertata”. La radiazione era stata chiesta per la condotta “del giornalista che ha gravemente compromesso la dignità professionale , fino a rendere incompatibile con la dignità stessa la sua permanenza nell’Albo”. La proposta di radiazione avanzata dalla Commissione ricorsi del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti rileva che ” il comportamento di Farina resta incompatibile con tutte le norme deontologiche della professione giornalistica e ha provocato un gravissimo discredito per l’intera categoria. E non solo in relazione alla vicenda Abu Omar e ai rapporti con Pio Pompa. E’ Farina che, nelle sue difese, rivela e rivendica un ruolo in una trattativa con Milosevic, ruolo che autorevoli membri del governo dell’epoca negano abbia mai avuto. E’ Farina che fa riferimento a suoi rapporti con un servizio ultrasegreto statunitense (una Cia parallela agli ordini diretti di Condoleezza Rice). E’ Farina che dichiara ai magistrati di aver accettato dai servizi all’incirca 30 mila euro”. Il presidente dell’ordine Lorenzo Del Boca spiega così la decisione: ”In sostanza abbiamo ritenuto che il comportamento di Farina abbia leso gravemente l’immagine della professione e dell’Ordine e l’autonomia professionale. E’ evidente che se un giornalista smette di servire il suo padrone naturale, cioè il pubblico di lettori e telespettatori, e va a servirne un altro, a tempo pieno o part time che sia, non è più credibile sul piano deontologico e diventa incompatibile con la professione” Per Del Boca, ”questa vicenda mette in luce una gravissima contraddizione del nostro ordinamento : secondo l’Ordine, Renato Farina non può più scrivere, eppure di fatto continua a farlo appellandosi all’articolo 21 della Costituzione. L’Ordine stesso da tempo chiede una riforma della legge istitutiva del 1963: il Parlamento, invece di polemizzare, farebbe bene a prenderla in considerazione. L’Ordine non può essere messo in concorrenza con l’articolo 21 della Carta Costituzionale: è necessario trovare una sintesi”.
Farina radiato dall’ordine

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