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Festa del cinema: Bettini passa il testimone a Rondi

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L’Auditorium della capitale è stato il palcoscenico per il passaggio di consegne relativo alla presidenza della Festa del Cinema di Roma: allo storico braccio destro di Walter Veltroni, Goffredo Bettini, subentrerà Gian Luigi Rondi, il veterano del David di Donatello che si accinge a dirigere la kermesse romana.  Le intenzioni rimangono quelle già annunciate da sindaco di Roma Alemanno che aveva suscitato scalpore promuovendo un festival tutto italiano; il neo presidente ha infatti ribadito l’intenzione di dare un’impronta più nazionale alla rassegna, potenziando anche la sezione dedicata al mercato . Durante l’incontro tra i tre protagonisti dell’avvicendamento sono emerse, seppur pacatamente, le divergenze che da tempo contraddistinguono le due figure dirigenziali, divise sia dalla politica che dalla mission della manifestazione.  “Mi piacerebbe che il tappeto rosso restasse, se non altro per ragioni ideologiche e poi perché è stato giudicato da tutti, specie dagli americani, il più bello del mondo” ha dichiarato il presidente uscente. “ Mai stato contrario al tappeto rosso e al glamour ma a percorrerlo devono essere gli attori, le attrici, i registi, non i politici” ha replicato il sindaco Alemanno, criticato da molte testate internazionali per la scelta di italianizzare l’evento.  Rondi si troverà a dover gestire rapporti politici alquanto tesi, i grossi cambiamenti saranno invece introdotti a partire dall’edizione 2009 : “Per quest’anno sono salito a bordo quando la nave era già in mare aperto, senza poter decidere mutamenti sostanziali ma un paio di cose, già dal prossimo autunno, potranno essere fatte: maggiore spazio al mercato e maggiore spazio al cinema italiano , che da sessant’anni è la mia ragione di vita. Agendo in sintonia con le associazioni dei produttori, ma anche con gli autori” ha spiegato Rondi. Quanto al red carpet, ammette che “abolire il divismo sarebbe buffo: bene dunque il tappeto rosso, ma la bilancia deve pendere dalla parte della cultura”

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