La discussa terza edizione del Festival del Film di Roma ha eletto i suoi vincitori. La scelta del pubblico, Il Marc’Aurelio d’Oro è andato a ‘Resolution 819’ di Giacomo Battiato, che si aggiudica così i 75,000 euro offerto per il premio da Bnl. La giuria dei critici, composta da Edoardo Bruno, Michel Ciment, Tahar Ben Jelloun, Emanuel Levy e Roman Gutek, ha invece assegnato il suo Marc’Aurelio d’Oro al miglior film a ‘Opium War’ di Siddiq Barmak. Il Premio Marc’Aurelio d’Argento alla migliore interprete femminile è andato a Donatella Finocchiaro per ‘Galantuomini’ di Edoardo Winspeare, il Premio Marc’Aurelio d’Argento al miglior interprete maschile Bohdan Stupka per ‘With a Warm Heart’ di Krzysztof Zanussi. Menzioni speciali della giuria sono andate a ‘A Corte Do Norte’ (‘La tenuta al nord’) di Joao Botelho e a ‘Aide Toi, Le Ciel T’Aidera’ di François Dupeyron. Il Premio Alice nella città ‘8 – 12 anni’ è andato a ‘Magique!’ di Philippe Muyl mentre il Premio Alice nella città ’13 ’17 anni’ è andato a ‘Summer’ di Kenneth Glenaan. La manifestazione ha incassato oggi le critiche vibranti del quotidiano tedesco Tagesspiegel:il Festival ha perso lo ” splendore degli anni scorsi “. Nelle passate edizioni, qualcuno pensava che il Festival di Roma potesse rubare il posto a quello di Venezia – osserva il quotidiano tedesco -. Ora, l’evento appare improvvisamente ridimensionato “. In particolare, il Tagesspiegel sottolinea che i film presentati sono ” noiosi da morire” e parla di ” completa miseria “. La causa del peggioramento, secondo il giornale, è da ricercare nella politica della “neo amministrazione postfascista della capitale italiana “. ” Il nuovo sindaco di Roma, Gianni Alemanno (An), ha nominato il nestore italiano della critica cinematografica Gian Luigi Rondi, di 86 anni, a capo del Festival, perché rendesse il festival autoctono e italiano “. Il film di inaugurazione del Festival, ‘L’uomo che amà, di Maria Sole Tognazzi, ha dimostrato i risultati: ” autoctono e italiano, ma anche noioso da morire “, commenta il quotidiano. In effetti l a gestione di Alemanno ha introdotto parecchie novità, bocciate o quanto meno discusse da molti. Il neo sindaco romano ha voluto limitare i film in concorso: “a quelli italiani, prodotti in Italia, per promuovere la nostra cinematografia, non le star di Hollywood”. Il regista Pasquale Squitieri, scelto per rappresentare il comune nella Fondazione Cinema per Roma, ha speso parole dure per le scelte di Alemanno: “ Oggi il cinema italiano neanche esiste più. E dunque cosa festeggiamo? Nicole Kidman o Leonardo Di Caprio? Quella della Festa di Roma è una brutta storia: Roma è sempre stata la città del cinema. Quando si gira per il mondo, cinema in Italia significa Cinecittà e, quando si parla di mostre del cinema, subito si pensa a Venezia. La Festa di Roma non ha senso se non viene neanche invitato il meglio del cinema italiano. E restano fuori dalla porta, per esempio, personaggi del calibro di Milena Canonero, tre volte premio Oscar per i costumi.
Festival di Roma: pubblico sceglie Resolution 819, critica Optium War

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration