Un martedì pugliese: questo il sottotitolo della giornata di ieri al Festival del Cinema di Roma. Protagonisti due film che raccontano storie e realtà del tacco d’Italia: ‘Oggi sposi’, di Luca Lucini (nelle sale da venerdì 23 ottobre) e ‘Marpiccolo’ di Alessandro di Robilant (distribuito a partire dal 6 novembre). Da un lato, arcaismo bucolico venato di forte ironia , in cui a presenziare sullo schermo sono Michele Placido, Lunetta Savino, Nicola Pignataro, in anacronistica difesa del patrimonio locale, contro il ‘figlio degenere’ Luca Argentero, poliziotto dongiovanni che decide di convolare a nozze con rito hindu, impalmando la figlia dell’ambasciatore indiano a Roma. Dall’altro, una regione che fa i conti con i resti dell’industrializzazione, la crisi (operaia e non solo), attanagliata dalla criminalità organizzata. Il diciottenne Tiziano (Giulio Beranek) è prima soldato del sottobosco illegale, fino al punto di sparare per uccidere, poi uomo in fuga dal boss Tonio (Michele Riondino), dalla famiglia, dagli amici e dalle sue origini. Una Puglia tragica, in contraddizione con se stessa, nel continuo mostrarsi terra splendida e deturpata (dominano la scena le ciminiere dell’Ilva di Taranto). Risate e rabbia amara, due facce della stessa landa d’Italia, due modi di raccontare la medesima realtà inevitabilmente provinciale (in ‘Oggi sposi’), quando non periferica frontiera diseredata (in ‘Marpiccolo’). La Puglia che fu e prova tragicomicamente a resistere al contemporaneo, battaglia contro i mulino a vento già persa, quella del lungometraggio di Lucini; e quella che, resasi conto del disastro, prova un riscatto ostinato, frustrato e comunque mai domo (quella filmata da Robilant).
Festival di Roma: Puglia protagonista

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