di Giorgio Bellocci Dunque il primo Ballarò post dimissioni Monti ha ottenuto un eccellente ritorno di ascolti, aggiudicandosi la gara della prima serata di martedì 11 dicembre. Un risultato facilmente prevedibile, visto l’innegabile abilità di Giovanni Floris nel proporre temi caldi e popolari con quel minimo di qualità che magari altri talk non garantiscono. Nella circostanza il conduttore e i suoi autori non hanno però brillato per originalità: puntando forte sulla bagarre scatenata dalla sfiducia a Monti annunciata dal PDL, certo con toni un po’ rozzi e ambigui, il talk ha esageratamente drammatizzato una situazione, la cui portata mediatica andrebbe decisamente smorzata. Del Berlusconi politico, e soprattutto della sua corte di nani e ballerine, si può dire tutto il male possibile, ma da qui ad accettare che l’Europa lo veda come una catastrofe naturale… E la drammatizzazione dello spread impazzito dopo l’annuncio del Cavaliere? Insomma, da Floris è lecito aspettarsi uno scatto di qualità. Anche perché, come dimostrato dagli eventi delle ultime ore, Berlusconi è capace anche di farsi del male da solo… In tutto questo Ballarò non si dimentica della sua mission preferita: mandarci a letto depressi. Succede in genere verso le 22: fedele a un copione fatto anche di precisi rituali (su tutti la copertina di Crozza e i sondaggi di Nando Pagnoncelli) è quello il momento della doccia di depressione che il talk diffonde tra i telespettatori. E’ dal 2002, anno di nascita del talk, che la fascia in oggetto è occupata da riflessioni, supportate da immagini, sulla fatica di vivere in Italia che interessa un’ampia percentuale di popolazione. Ecco le bollette troppo care, l’indebitamento con carte di credito, il calvario della casa per chi non riesce a pagare un mutuo o un affitto poco in linea con la crisi economica, ecc. La tragica “ultima settimana” del sempre più popolare “italiano medio”.
Floris e la drammatizzazione su Berlusconi

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