“Ho agito da giornalista” Così Giovanni Floris ribadisce la propria onestà intellettuale e professionale in un intervista al Corriere della Sera sull’ormai celebre dissidio con Silvio Berlusconi durante l’ultima puntata di Ballarò Il premier ha chiamato in diretta, stizzito per un servizio poco compiacente nei confronti del Governo sul caso-rifiuti in Campania, ma il conduttore si appella senza fronzoli alla deontologia più stretta: “ Quando una persona si intende di comunicazione come Berlusconi, non può non sapere che le parole usate hanno un peso. E che quando ha garantito la soluzione di quei problemi in tre o dieci giorni quelle parole avevano un significato politico che ora è difficile derubricare a impegno amministrativo”. Floris ribadisce poi di credere nel dibattito e nel contraddittorio, spiegando però che spesso “i politici vorrebbero che le domande non ci fossero” Ma, dice, “la regola di Ballarò non è che si “espone”, ma che si risponde alle domande avendo il tempo necessario. E che le risposte generano altre domande. Come in tutte le televisioni del mondo”. Berlusconi non ha gradito l’interruzione del giornalista di Rai 3, che avrebbe voluto porgli una domanda, come concordato al momento della chiamata del capo del Governo in trasmissione: “Segnalo una stranezza – dice Floris -. Qui stiamo discutendo sulle mie domande e non su un’anomalia assoluta. Cioè quella di un presidente del Consiglio che telefona in diretta tv e, quando sente in arrivo le domande, chiude la comunicazione”
Floris su Ballarò: ho agito da giornalista

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