Una ricerca dell’Università degli Studi di Bari rivela gli aspetti chiave del rapporto della popolazione con i boschi. Come la tendenza a sovrastimare la superficie forestale reale sia nazionale sia europea. L’analisi fa parte del progetto #RigeneraBoschi di Sorgenia.
Il 94,6% degli italiani considera le foreste un elemento indispensabile nella strategia nazionale contro la crisi climatica. È quanto emerge dalla ricerca presentata a Roma nell’ambito del progetto #RigeneraBoschi, promosso da Sorgenia attraverso il monitoraggio di cinque foreste in Italia tramite l’uso di sensori basati su tecnologia IoT.
L’indagine è stata commissionata dall’azienda del settore dell’energia all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro con la collaborazione di diversi atenei. Più di 2.200 partecipanti adulti hanno partecipato al sondaggio da tutte le regioni tra maggio e luglio 2025.
I risultati: i boschi nell’immaginario degli italiani
Tra le principali evidenze, una crescente sensibilità della popolazione verso questioni come la prevenzione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia della biodiversità, ruoli per cui le foreste sono percepite sempre più come attori centrali.
La percezione del bosco va ben oltre la dimensione ambientale: per la maggioranza degli intervistati, le foreste contribuiscono anche al benessere fisico e psicologico e rappresentano una risorsa culturale importante. Gli italiani, tuttavia, tendono a sovrastimare la copertura boschiva reale: secondo la ricerca, la media nazionale supera di 5,5 punti percentuali il dato ufficiale dell’Inventario Nazionale delle Foreste, che stima in 11 milioni di ettari – pari al 37% del territorio – la superficie forestale italiana. Anche rispetto alla copertura forestale europea si registra la stessa tendenza, con un valore medio che raggiunge il +7,7%.
Alcune delle principali minacce percepite dagli italiani sono rappresentate da incendi e abbandono di rifiuti, fenomeni che toccano punte del 70-80% delle segnalazioni in molte regioni. La crisi climatica e la perdita di biodiversità restano temi centrali soprattutto nel centro-sud.
Esigenze e attività preferite nei boschi
Nonostante l’alta consapevolezza, il bisogno informativo rimane forte: solo il 7% si ritiene sufficientemente aggiornato sulle tematiche forestali, mentre il 32% dichiara il desiderio di approfondire, con particolare attenzione alla relazione tra boschi e salute e alla gestione sostenibile delle aree verdi.
La pandemia ha intensificato la domanda di foreste di prossimità, in cui accedere facilmente a spazi verdi vicino alle città. Oggi, secondo il sondaggio, il 58% degli italiani vorrebbe avere foreste accessibili nei pressi dei centri urbani. Si conferma, inoltre, una preferenza trasversale per paesaggi boschivi rispetto ai terreni agricoli: 83% del campione.
Il rapporto diretto con le foreste si traduce in una ricca varietà di pratiche personali: il 45% ha abbracciato almeno una volta un albero, il 56% cerca luoghi isolati per meditare e rilassarsi, mentre quasi il 19% prova l’esperienza di camminare scalzi nel bosco. Tendenze, queste, che si consolidano soprattutto nei territori montani e meno urbanizzati, e trovano nuova linfa nelle iniziative di mindfulness e immersione nella natura sempre più diffuse.
“Ci sono interessanti spunti di riflessione per la comunità scientifica e le istituzioni per orientare le politiche di gestione e di educazione ambientale. La sfida per il futuro, ben disegnata da questa ricerca, è di investire sempre più in informazione e partecipazione, di valorizzare il ruolo dei boschi come risorsa centrale nella risposta alle urgenze ambientali e sociali”, sottolinea il professor Giovanni Sanesi, docente del dipartimento di Scienze del suolo, della Pianta e degli Alimenti all’Università degli Studi di Bari e responsabile scientifico della ricerca.
Il progetto scientifico di monitoraggio dei boschi
Il progetto #RigeneraBoschi, patrocinato dai ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, si propone di monitorare la salute di cinque foreste in Italia con il coordinamento scientifico del professor Giorgio Vacchiano dell’Università degli Studi di Milano e propone attività di educazione ambientale rivolte ai ragazzi. Le aree oggetto di studio sono il Parco Nord Milano in Lombardia, il bosco di Forlì-Bertinoro dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero di Forlì-Bertinoro in Emilia-Romagna, l’Unione dei Comuni montana Colline Metallifere in Toscana), il Parco naturale regionale Bosco Incoronata in Puglia e il Parco Nazionale del Pollino che si estende tra Calabria e Basilicata.
All’interno di questi boschi sono stati installati 36 dispositivi (Tree Talker) in due zone distinte: in una la foresta cresce spontaneamente, nell’altra viene effettuata una gestione sostenibile, attraverso un’attenta pianificazione di interventi calibrati rispetto alla tipologia di bosco e ai benefici ambientali e sociali che può fornire. Ciascun dispositivo, grande come uno smartphone e applicato al tronco, ha misurato ogni ora i parametri vitali e fisici dei singoli alberi consentendo l’analisi di quattro indicatori principali: accrescimento del diametro, flusso linfatico, attività fotosintetica della chioma e stabilità meccanica.
In linea generale, i risultati del primo anno di monitoraggio rivelano che gli interventi selvicolturali calibrati rendono gli alberi mediamente più stabili e resistenti al cambiamento climatico. L’analisi delle foreste proseguirà per un altro anno, permettendo agli esperti di affinare i risultati, offrendo così una visione più chiara e completa sull’evoluzione dello stato di salute dei boschi italiani e sull’efficacia delle strategie adottate.

