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Francia, il cinema guadagna grazie allo Stato

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La grossa polemica d’inizio anno in Francia si deve a Vincent Maraval, uno dei più importanti produttori mondiali, fondatore della società Wild Brunch, e autore di un articolo al vetriolo pubblicato dal quotidiano Le Monde che in pochi giorni ha spaccato in due la comunità cinematografica d’Oltralpe. Altro che Depardieu e il suo esilio fiscale in Belgio – scrive Maraval – lo scandalo in Francia è altrove: un cinema che “riposa su un’economia sempre più sovvenzionata, in cui anche i più grossi successi di pubblico perdono soldi” perché costano troppo cari e sono fatti da “attori strapagati con i soldi pubblici ”.  “Incassi dieci volte più bassi rispetto agli Usa e stipendi delle star cinque volte più alti: ecco l’economia del cinema francese” tuona Maraval, facendo anche nomi e cognomi: Dany Boom (la star di Benevenuti al Nord), ormai residente a Los Angeles, che per il suo ultimo Un Plan Parfait ”ha guadagnato 3,5 milioni di euro”. E ancora: Vincent Cassel, Jean Reno, Marion Cotillard, Gad Elmaleh, Audrey Taut ou… Perché, si chiede Maraval, gli attori francesi guadagnano ” per un film francese tra i 500mila e i due milioni di euro mentre se chiamati a lavorare in una produzione americana si accontentano di un cachet che va dai 50 ai 200mila eur o?”. La risposta, per il produttore, è semplice: “Il cinema francese è finanziato dai soldi pubblici e dalle televisioni, costrette per legge a investire nel cinema e che impongono la solita ventina di attori”. 

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