“Risoluzione di criticità esistenti” e ” sviluppo futuro del settore e di utilizzo efficiente delle risorse “: con una nota Agcom conferma le grandi manovre anticipate da la Repubblica. Il risultato immediato sarà la modifica delle operazioni di gara: che a questo punto si sdoppiano. Una prima gara con tre multiplex reimpacchettati e destinati alle tv, una seconda con frequenze destinate alle Tlc per la realizzazione di lte. Il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani , sottolinea che “ l’Agcom sta assolvendo ai compiti che la legge le ha assegnato ponendo particolare attenzione alla risoluzione di criticità esistenti, in un’ottica di sviluppo futuro del settore e di utilizzo efficiente delle risorse”. Cosa cambia rispetto alla prima bozza dell’Autorità per le comunicazioni? I lotti messi all’asta non sono più di cinque multiplex ma solo di tre piattaforme di canali: verranno vendute solo le frequenze che coprono oltre il 90% del territorio e che danno luogo ad una concessione ventennale e non quinquennale. La decisione tira fuori tutti i network preesistenti sulla piattaforma televisiva digitale, come Rai, Mediaset e Telecom Italia e permetterà solo ai nuovi entranti, Sky e Discovery Channel in primis, di partecipare all’asta.
Frequenze, non c’è posto per Rai e Mediaset

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