Il Parlamento tedesco ha approvato in prima istanza la legge che permetterà agli editori di imporre una tassa per l’indicizzazione e la visualizzazione online dell’anteprima delle notizie. Google News, insomma, dovrà pagare per mostrare i sommari degli articoli. Non mancano gli interrogativi sulla nuova pratica: quante righe di ciascuna notizia possono sfruttare i motori di ricerca? Chi regolerà il rapporto commerciale tra editori e aggregatori web? La nuova norma vorrebbe tutelare il diritto d’autore su internet e garantire a chi produce contenuti almeno un piccolo guadagno per l’indicizzazione e l’anteprima mostrata da Google News e simili, che con le loro pagine sulle news guadagnano milioni di euro in pubblicità e catalizzano un flusso enorme di traffico. Google ha osteggiato l’approvazione della legge con una campagna a tutto tondo, sul web ma anche sulla carta stampata: la dirigenza di Mountain View ha acquistato intere pagine sui quotidiani nazionali per esporre le sue ragioni. A rischio, secondo la compagnia americana, ci sarebbe addirittura la libertà d’informazione in rete. Il nuovo regolamento, dopo il benestare del Bundestag, dovrà passare al vaglio del Bundesrat (il Consiglio federale) . I motori di ricerca hanno già ottenuto una piccola ma importante concessione: non dovranno pagare alcun obolo per le anteprime delle notizie più brevi, al di sotto di un certo numero di battute. Ancora però non è chiaro chi definirà questo limite. La legge, insomma, ha diverse zone d’ombra e, più che risolvere l’annosa diatriba tra Google e gli editori tedeschi, ne riaccende le braci. La strada, però, sembra tracciata: come in Francia e Belgio, le due fazioni arriveranno presto a un accordo.
Germania, guinzaglio a Google News

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