Il sindacato dei giornalisti ha organizzato un’iniziativa chiamata ‘Intercettazioni, no al bavaglio dell’informazione’, in corso questa mattina nella sede della Federazione nazionale della stampa a Roma in Corso Vittorio Emanuele II, presieduta dal presidente Carlo Malinconico e dal direttore generale Alessandro Brignone. Il mondo del giornalismo italiano si schiera dunque a protezione della libertà di stampa e contro il provvedimento ddl che esproprierebbe i cittadini del diritto costituzionale all’informazione. Anche il mondo della magistratura si schiera a favore della libera informazione, come confermato dal pm di Pescara Gennaro Varone nei giorni scorsi: “ Senza intercettazioni telefoniche non sarà possibile svolgere indagini giudiziarie per accertare gravi reati quali: associazione per delinquere, omicidio, rapina a mano armata, traffico di droga, traffico di esseri umani, sequestro di persona, corruzione, riciclaggio di denaro, estorsione. Ormai, tutte le attività umane, dunque anche quelle criminali, si avvalgono ‘ordinariamente’ della comunicazione a distanza e delle interconnessioni . Impedire le intercettazioni comporterà un esponenziale aumento della criminalità e dei casi irrisolti, come tutti constateremo rapidamente, purtroppo ” Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Paolo Bonaiuti, in una dichiarazione rilasciata a Rainews 24 si è detto ‘favorevole ad una depenalizzazione della diffamazione da parte dei giornalisti’: “ Spero in un ripensamento e dico questo perchè nella scorsa legislatura, al termine di una votazione trasversale alla Camera, quasi all’unanimità, eravamo riusciti con molte difficoltà a portare avanti il discorso della depenalizzazione della diffamazione per i giornalisti, ricorrendo, non più al carcere, ma a multe salate a seconda della gravità del reato commesso. Io sono su questa linea ”.
Giornalisti in rivolta contro il ddl Alfano

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