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Giovani tecnologici, senza saper scrivere

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration

L’uso di nuovi strumenti tecnologici ha stimolato molto le capacità cognitiva di giovani e meno giovani. Ma ha fatto diminuire la qualità della scrittura nelle nuove generazioni. Ad affermarlo è uno studio condotto dai ricercatori della Università di Washington, in collaborazione con la Harvard University, che hanno verificato come i giovani di oggi, definiti come quelli della app-generation in quanto dispongono di numerosi strumenti digitali, tra telefonini, pc, software e app specializzate soprattutto nell’elaborazione delle immagini, siano bravissimi in quest’ultimo campo ma hanno perso la capacità di esprimersi attraverso la scrittura creativa, tramite un linguaggio spesso carente nella grammatica e semplice nei contenuti, sconfinando addirittura nel banale. Un linguaggio in grado di descrivere a fatica anche situazioni quotidiane. A tali risultati, i ricercatori ci sono arrivati sottoponendo a confronto ben 354 tra disegni e arti visive e circa 30 campioni di lavori scritti da giovani americani di oggi con quanto scritto dai loro coetanei dei precedenti anni. Fino ad arrivare al 1964, quando il computer occupava intere stanze e i dati che produceva venivano letti su apposite schede perforate. A illustrare meglio il concetto è Katie Davis, coautrice di un libro che tratta anche di questo argomento, dal titolo The app-generation : “I giovani oggi dimostrano di sapersi giostrare meglio nell’uso dei mezzi informatici per la produzione di disegni e arti visive dimostrando un alto livello di sofisticazione e complessità nei loro lavori, insieme a un uso più ridotto delle illustrazioni a penna. Al contrario la scrittura negli ultimi 20 anni è diventata più convenzionale, con un trend di appiattimento, mancanza di sfumature e maggiore banalità, con un linguaggio più semplice”. La scrittrice che ha anche diretto questa indagine, spiega come la bravura verso l’arte digitale e le creazioni visive sia da ricondurre al continuo ed esponenziale aumento di applicazioni a disposizione per la creazione grafica. Tuttavia non è ancora dimostrato se proprio questi strumenti abbiano causato quell’appiattimento del linguaggio scritto: “Rimane una questione aperta se il declino nelle capacità letterarie sia la conseguenza di questa grande offerta di mezzi digitali negli ultimi 20 anni. La questione andrebbe approfondita meglio e merita più attenzione“.   Precoci sono precoci. Il 96,9% dei quattordicenni ha un collegamento a internet e il 43,5% di loro preferisce avere in dono l’ultimo smartphone al posto del motorino, agognato dalle precedenti generazioni. Cambiano i tempi e i cellulari. Così l’educazione a un uso consapevole di internet e delle più diffuse soluzioni di comunicazione non è più differibile. Sono i dati che emergono una  ricerca eseguita da Telecom Italia insieme al dipartimento di Scienze mediche e Chirurgiche dell’università Magna Grecia di Catanzaro che ha permesso di valutare il rapporto tra le nuove generazioni e la rete. Il campione di oltre 1.500 studenti dell’età media di 14 anni ha offerto uno spaccato sociale interessante. Le risposte ai 55 quesiti consentono di radiografare l’universo dei teenager e rilevarne interessi e tendenze. Solo il 52,9% dei ragazzi dice di essersi avvicinato a internet con la guida o l’aiuto di qualcuno e solo nel 4,1% dei casi l’ausilio è arrivato dalla scuola o dagli insegnanti. Circostanza che lascia pensare a un’inadeguatezza del sistema didattico e all’impreparazione del corpo docente a misurarsi sull’hi-tech.  Ahref , la fondazione italiana che si occupa di studiare e valorizzare la qualità dell’informazione presente in rete, ha condotto per conto di Ing Direct la ricerca I bambini e i media digitali: un incontro sempre più precoce. Si tratta di una raccolta sistematica e approfondita che delinea lo scenario attuale dell’alfabetizzazione digitale in età infantile , in Italia e negli altri paesi europei. Si passa dall’analisi puntuale della Digital Literacy, alla competenza digitale dei bambini, dalla mediazione parentale fino al ruolo dell’Istituzione scolastica. E’ in questo contesto che è nata l’iniziativa BitBumBam, il concorso di idee promosso dalla banca online con l’obiettivo di individuare e sostenere i progetti che aiutino i bambini da 0 a 10 anni a crescere tramite un utilizzo creativo e responsabile della tecnologia. Il progetto, lanciato a settembre, in poco più di due mesi ha raccolto quasi 300 candidature da tutta Italia. Dopo una prima selezione dei progetti da parte del popolo della rete, BitBumBam è giunto alla proclamazione dei tre finalisti, scelti da una giuria di esperti. Grazie a un contributo di 5mila euro e una mentorship di due mesi da parte di iStarter, i tre finalisti avranno la possibilità di sviluppare la propria idea prima della premiazione finale prevista per l’11 febbraio 2014. Si contenderanno il titolo di vincitore: LimVTouch, un dispositivo portatile che consente di trasformare ogni superficie in schermo touch; i Blocchetti intelligenti, una gamma di blocchi compatibili con le costruzioni stile Lego. Blocchi motore e sensori di vario genere che, attraverso una semplice configurazione tramite pulsanti, possono regolare il comportamento della macchina che si vuole costruire. Infine le PinoParole, un’applicazione che aiuterà bambini con Disturbi specifici del linguaggio e alunni stranieri ad apprendere in maniera ludica la produzione dei gruppi consonantici presenti nella lingua italiana, tramite il canale tattile e visivo oltre a quello uditivo e articolatorio.

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