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Gli alberi si preparano alle eclissi di sole

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Pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science una ricerca svolta nel Parco di Paneveggio in Trentino

Le eclissi di sole non lasciano indifferenti nessuno, nemmeno le piante. Lungi dall’essere solo un fenomeno “visivo”, i momenti in cui il Sole viene coperto dalla Luna e questa ombra passa sulla Terra ha effetti conclamati sugli animali e – ora si sa per certo – anche sulle piante.

Una ricerca svolta all’interno del Parco di Paneveggio, in Trentino, e pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science ha infatti dimostrato che prima di un evento del genere gli alberi di una foresta “parlano” fra loro attraverso segnali bioelettrici e arrivano a sincronizzarsi, anticipando l’evento addirittura di ore. Tutt’altro che passive, dunque, le piante svolgono un ruolo attivo e organizzato all’interno dell’ecosistema.

Il gruppo internazionale che ha svolto lo studio in un bosco di abeti rossi è stato guidato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Per l’Italia hanno partecipato anche l’Università di Salerno e OpenAzienda di Macomer, in provincia di Nuoro. Per monitorare l’attività bioelettrica durante l’eclissi di ottobre 2022 gli studiosi hanno collegato tre alberi fra loro utilizzando elettrodi e sensori ad hoc.

Durante l’eclissi c’è stata una risposta più marcata dalle piante più anziane e gli studiosi hanno pensato che gli alberi mantengano una memoria degli eventi cui partecipo che tramandano poi agli esemplari più giovani. L’attività elettrica dei tre alberi si è sincronizzata prima e durante il fenomeno.

“Questa scoperta sottolinea l’importanza cruciale di proteggere le foreste più vecchie”, osserva Alessandro Chiolerio di Iit e Università di Bristol: “Esse fungono da pilastri della resilienza degli ecosistemi, trasmettendo preziose conoscenze ecologiche”. “Stiamo osservando il ‘Wood Wide Web’ in azione”, ha commentato Monica Gagliano della Southern Cross University, altra autrice dello studio.

Non tutto il mondo scientifico però ha accolto con altrettanto entusiasmo i risultati della ricerca. Un campione di tre alberi è troppo poco rappresentativo, ha dichiarato lo scienziato James Cahill dell’Università di Alberta, Canada, a Live Science. In più, secondo lo stesso studioso, la risposta delle piante all’avvicinarsi del buio non è qualcosa che debba stupire, visto che sono abituate al ciclo luce-buio.

di Daniela Faggion

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