HackMeeting, la tre giorni nella città toscana dedicata ai contestatori informatici, è stata animata dall’intervento di Richard Stallman , il papà del software libero. Il guru si è scagliato contro le società informatiche che tentano di minare la liberà degli utenti esercitando sempre più controllo, in particolar modo attraverso il cloud computing: “Con Internet la violazione della nostra privacy è sistematica. Questa è tirannia”. Ma il meeting non si è esaurito con le sue invettive. Nei primi due giorni fiorentini del’hackmeeting la precarietà, il capitalismo digitale e la presunta fine del lavoro sono stati temi molto gettonati. Carlo Formenti che ha presentato il suo ultimo lavoro Felici e sfruttati , (Egea 2011) ha chiarito che “quando non paghi qualcosa, non sei un cliente, ma sei il prodotto che viene venduto a qualcun altro, cioé ai pubblicitari” . Come Google, Facebook, Amazon e Apple che “sanno tutto di te” . Numerosi in sala condividono il punti di vista dell’autore: molti presenti sono sviluppatori web emigrati all’estero per sfuggire a precariato e sfruttamento, un altro esempio di fuga di cervelli. Programmatori italiani che lavorano a Berlino, Copenaghen e Londra, anche se il gruppo più consistente degli hacker migranti si trova a Dublino e lavora nella Silicon Valley d’Irlanda. Oltre a loro ci sono anche gli indignados. Direttamente dalla Spagna, raccontano come hanno creato e usato un social network alternativo, per organizzare le proteste e il lavoro successivo delle commissioni del movimento . Ci sono le cyberfemministe che usano la tecnologia per creare reti di solidarietà fra donne e per discutere sui temi del precariato. Ci sono i romani del Bugslab che sviluppano progetti di cooperazione informatica in Palestina. Stallman ricorda che “anche l’Onu ha detto che Internet è un diritto umano” , gli hacker di Firenze sono pronti a rivendicarlo, anche senza dirlo.
Gli hacker si incontrano a Firenze

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