Secondo il World Happiness Report il nostro Paese è al 40mo posto al mondo. E intanto arriva il primo Indice di Felicità del consumatore
Per l’ottavo anno consecutivo, la Finlandia si conferma al vertice della classifica del World Happiness Report, consolidando la propria posizione di nazione più felice al mondo. Sul podio seguono la Danimarca e l’Islanda, confermando il dominio dei paesi nordici nella graduatoria della felicità globale.
Il rapporto sottolinea come la felicità globale sia strettamente connessa alla qualità delle relazioni sociali e al grado di fiducia nella propria comunità. L’Italia, seppur ancora lontana dalle prime posizioni, migliora leggermente: dal 41° posto dello scorso anno sale al 40°. Un segnale positivo, seppur timido, che evidenzia una crescita del benessere percepito dai cittadini italiani.
Il primo Indice di Felicità del consumatore in Italia
Per misurare il livello di benessere della popolazione italiana in modo più dettagliato, l’Unione per la Difesa dei Consumatori (Udicon), in collaborazione con l’Istituto Piepoli, ha realizzato il primo Indice di Felicità del consumatore, che mira a superare i tradizionali indicatori economici offrendo una visione più completa del benessere sociale.
Dai dati emerge che il 37% degli italiani si definisce molto felice (con un punteggio tra 8 e 10 su una scala da 1 a 10), mentre il 26% si dichiara infelice (punteggio tra 1 e 5). La maggioranza si colloca in una fascia intermedia, con un livello di felicità definito “abbastanza alto”. Sorprendentemente, i più felici risultano essere gli over 54, mentre la fascia d’età compresa tra i 35 e i 54 anni registra i livelli più bassi di soddisfazione.
I fattori che influenzano la felicità degli italiani
L’indagine ha identificato i principali fattori che influenzano il livello di felicità della popolazione italiana:
– Motivi di felicità: eventi positivi in famiglia (36%), miglioramento della salute personale o dei propri cari (28%), soddisfazione affettiva (20%), stabilità lavorativa (13%) e maggiore disponibilità economica (13%).
– Motivi di infelicità: problemi di salute propri o familiari (36%), difficoltà economiche (24%), eventi negativi in famiglia (22%), instabilità lavorativa o perdita dell’occupazione (13%) e impatto dei conflitti internazionali (14%).
L’Indice di Felicità, spiega l’Istituto Piepoli, è stato costruito ponendo una domanda diretta agli intervistati, chiedendo loro di valutare il proprio livello di felicità su una scala da 1 a 10. I dati raccolti sono stati trasformati in un indicatore su una scala da 0 a 100 per facilitarne l’interpretazione e fornire un quadro chiaro delle principali cause di soddisfazione e insoddisfazione.
Un nuovo parametro per misurare il benessere
Secondo Martina Donini, presidente nazionale di Udicon, questo nuovo indice rappresenta un importante strumento per comprendere il benessere dei consumatori italiani. “Il nostro studio dimostra che la felicità degli italiani non dipende solo dal potere d’acquisto, ma anche dalla percezione di stabilità e fiducia nel futuro. Elementi come la sicurezza sociale, la stabilità lavorativa e gli affetti sono fondamentali per determinare il livello di benessere di una persona.”
Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli, evidenzia due aspetti interessanti emersi dall’indagine: “Da un lato, la felicità complessiva degli italiani si mantiene su livelli medi-alti, nonostante le difficoltà economiche e il contesto internazionale incerto. Dall’altro, i più felici sono proprio gli over 54, mentre gli adulti di mezza età risultano più insoddisfatti a causa delle pressioni lavorative e familiari”.
Un’indagine rappresentativa della popolazione
L’Indice di Felicità dell’Istituto Piepoli e Udicon rappresenta quindi un nuovo punto di riferimento per comprendere non solo le condizioni economiche, ma anche la qualità della vita degli italiani. L’indagine è stata condotta nel febbraio 2025 su un campione di 500 persone, rappresentativo della popolazione italiana per sesso, età e distribuzione geografica, utilizzando la metodologia CATI/CAWI. Grazie a questo studio, si potranno monitorare nel tempo i cambiamenti nel livello di felicità della popolazione e individuare le aree su cui intervenire per migliorare il benessere collettivo.
di Daniela Faggion