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Google contro i provider che rallentano traffico online

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In merito alla neutralità sulla rete, Google ha reso noto un piano utile a verificare se provider come Comcast rallentano ingiustamente lo scambio dati fra utenti mediante la soluzione peer-to-peer. Si tratta di una pratica che, se smascherata e non comunicata agli utenti, viene giudicata illegale, come nel caso recente di Tele 2. L’intenzione di BigG è quella di monitorare attraverso la piattaforma Measurement Lab, che parte con 3 server a disposizione per espandersi su 33 macchine, se l’Isp filtra o meno il traffico p2p. I provider si difendono dalle accuse affermando che i rallentamenti sono funzionali alla mole di traffico in rete. I filtri p2p sono nati per porre freno allo scambio di file pirata ma, secondo Google, intralciano anche le attività lecite. Il commento di Vinc Cerf, riconosciuto per il lavoro svolto durante gli anni ’70 per la progettazione del protocollo internet: “ Quando un’applicazione di internet non funziona come previsto e la vostra connessione sembra imperfetta, come si fa a dire se è un  problema del fornitore di banda larga (iternet servie provider), dell’applicazione, del vostro pc, o qualcos’altro? ” Già l’anno scorso il problema era stato sollevato dalla Federal Communications Commission , che aveva reclamato contro Comcast e la violazione dei principi di apertura internet della Fcc. Cox Communication ha fatto altrettanto, annunciando di recente che comincerà a sperimentare un progetto che favorisca il traffico urgente, quindi pagine web o visione di video, rispetto a quello meno urgente come la condivisione di file  e i download. In conclusione Ben Scott, direttore del gruppo che tutela i diritti degli utenti, Free Press, ha dichiarato: “ La lezione che abbiamo imparato nel caso Comcast è che dobbiamo essere scettici di qualsiasi pratica adottata tra utenti e internet ”.

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