Il prezzo dei banner su Google è in rapida diminuzione, così il motore di ricerca ha deciso di proporre agli investitori soluzioni più intriganti (e costose), stravolgendo la propria filosofia: negli Stati Uniti, la società offrirà inserzioni integrate con i risultati di ricerca . La strategia, che vuole evitare un veloce decadimento degli introiti legati all’adv online su cui BigG ha costruito la sua fortuna, è in contraddizione con la politica sin qui seguita dalla compagnia, che nel 2005 aveva dichiarato: “Non metteremo mai banner né sulla homepage né tra i risultati di ricerca” , temendo di inficiare l’obiettività degli stessi. Otto anni però sono tanti, il mercato evolve e la crisi si riflette anche sui colossi della rete , che sono sempre alla ricerca di trucchi per far fruttare al meglio il loro potenziale pubblicitario. L’incauta frase, pronunciata allora da Marissa Mayer (oggi ceo di Yahoo!), è stata cestinata insieme alle buone intenzioni, per fare spazio a ricerche sponsorizzate. Sin qui, gli annunci adv su Google erano ben distinti , graficamente e nel posizionamento in pagina, dai risultati di ricerca. La confusione in futuro sarà maggiore. D’altronde, dai link sponsorizzati di Adwords (sistema del marchio per gestire la pubblicità) provengono i tre quarti degli incassi della compagnia. La sperimentazione negli Usa durerà qualche mese, poi è probabile che venga estesa al resto del globo. L’accordo con il ricco diavolo pubblicitario è firmato.
Google fa il patto con il diavolo pubblicitario

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