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Google, intrigo cinese

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Google e la Cina in rotta di collisione. La compagnia di Moutain view potrebbe infatti abbandonare il mercato asiatico, dopo aver scoperto di essere stata colpita da sofisticati attacchi cibernetici guidati da alcune spie di Pechino. Il misfatto risale alla metà dello scorso dicembre e si è concluso con il furto di diritti di proprietà intellettuale di Google. Secondo la società internet, i pirati informatici volevano impadronirsi degli account Gmail (il servizio di posta elettronica di Google) di alcuni attivisti cinesi per i diritti umani (le informazioni rubate riguarderebbero solo due utenti). Ancora una volta, dunque, fanno discutere le politiche di Pechino sulla libertà d’espressione e sulla libera circolazione delle informazioni, sul web e non solo. A Moutain View sembrano avere, finalmente, le idee chiare: “ Non abbiamo l’intenzione di continuare a censurare i nostri risultati sul motore di ricerca cinese Google.cn” si legge in una nota, mentre legali e ingegneri stanno lavorando per migliorare la sicurezza del sistema informatico del celebre search engine. Nel frattempo, il segretario di stato americano Hillary Clinton ha chiamato Pechino per chiedere chiarimenti circa l’attacco originato nel paese asiatico e destinato anche ad altre venti società Questo scontro, che ha valicato i confini della net-economy scomodando dibattici politici, potrebbe portare all’abbandono della Cina da parte di Google , per volontà propria o per scelta del governo locale, ben conscio della lunga fila di compagnie internet pronta a rimpiazzare da subito BigG.

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