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Google respinge le richieste del governo francese

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La proposta francese di far pagare una tassa ai colossi della rete, Google in primis, sugli introiti pubblicitari per finanziare la produzione di contenuti digitali si è trasformata in un braccio di ferro. A rispondere al governo presieduto da Nicolas Sarkozy è stato proprio BigG , che ha addotto le stesse motivazioni utilizzate nella querelle con Rupert Murdoch in merito al giornalismo online: Google smista il traffico e aiuta le pagine a ottenere contatti. Sta ai titolari delle stesse e ai produttori di contenuti trovare un modello di business vincente per monetizzare le visite degli internauti. Il primo motore di ricerca al mondo ha redistribuito nel 2009 4,2 miliardi di euro ai propri partner e non ritiene di dover versare una tassa addizionale sul fatturato pubblicitario. Il rapporto Zelnik, questo il nome della commissione che si sta occupando della questione, contiene effettivamente uno di quei modelli di business ai cui Google fa riferimento. Il governo francese è infatti pronto a dotare gli internauti di una carta sovvenzionata in parte dallo stato per incoraggiare il download legale di brani musicali da internet.

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