L’ Unione europea ha ribadito il diritto degli internauti di richiedere ai motori di ricerca la cancellazione dei link non più attuali o rilevanti che li riguardano, ma a Google – dove non hanno gradito la decisione della Corte continentale – stanno pensando di marchiare i link in questione per dimostrare la censura forzata da parte delle autorità. Un bollino potrebbe contraddistinguere i risultati di ricerca estromessi , che verranno sì disattivati, rispettando il diritto all’oblio , ma non del tutto estromessi, così che i naviganti possano verificare di persona quali e quanti link sono spariti dalla rete per richiesta dei cittadini (e con l’avallo dell’Ue). Nelle prime 24 ore dal via libera della Corte di giustizia europea al nuovo regolamento , la scorsa settimana, Google ha ricevuto 41mila richieste di cancellazione di link , soprattutto da Germania e Regno Unito. La compagnia americana ha predisposto un semplice modulo per adempiere al servizio, annunciando che ogni interpellanza verrà vagliata singolarmente da un addetto, così da valutarne la reale validità. Oltreoceano non sono per nulla contenti della presa di posizione dell’Ue e stanno pensando a mezzi di protesta che rispettino le norme imposte ma al tempo stesso consentano agli internauti di valutare il loro impatto sulla globalità del web. BigG includerà inoltre le richieste di cancellazione ricevute nel suo rapporto biennale sulla trasparenza , in cui enumera gli interventi dei diversi governi mondiali che sono sonoliti chiedere alla società californiana informazioni e dati sugli utenti online. Lo scontro tra Google e l’Europa, del resto, ha radici profonde e non si esaurisce qui : tassazioni, ruolo nel mercato e rispetto del diritto d’autore per libri, articoli di giornale, musica e programmi tv sono gli altri fronti caldi che oppongono il motore di ricerca e il Vecchio Continente. Tra questioni di principio e altre di portafoglio, la lotta continua.
Google, un alert sui link dell’oblio

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