Continua la crociata del governo cinese contro la libera espressione su internet: 91 siti web sono stati chiusi per due giorni in quanto contenenti, secondo quanto riferito dai media di stato, materiale volgare o pornografico. Nella lunga lista dei portali bloccati, dove mancano i colossi Google, Msn e Baidu che hanno ricevuto il medesimo trattamento lo scorso anno, figura un aggregatore di blog politici. Bullg.cn è inaccessibile da venerdì e, vista l’adesione di alcuni firmatari del protocollo pro-democrazia ‘08 Charter’, conferma attraverso la censura subita l’ intenzione del governo di impedire la circolazione sul web di un certo tipo di informazioni . Luo Yonghao, fondatore di Bullog.cn, ha confermato sul suo blog la chiusura del sito a causa della ” quantità di informazioni politiche dannose “, citando una nota del governo. Gli esperti americani Michael A. Santoro e Wendy Goldberg hanno tenuto e porre l’accento anche sugli effetti di questo atteggiamento sul commercio. Secondo i due studiosi, che hanno inviato un memorandum a Barack Obama, la censura impedisce alle web-company di competere sul mercato cinese fornendo i loro prodotti più avanzati. Oltre al controllo delle informazioni politiche, sarebbe quindi nelle intenzioni del governo cinese rendere più difficili gli scambi commerciali che nella rete trovano un valido alleato .
Governo cinese censura 91 siti internet

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