Site icon Telepress

I messaggi non sono solo Whatsapp

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration

L’annuncio di Facebook che acquista per 19 miliardi di dollari Whatsapp è uno degli elementi fondamentali tra le acquisizioni nella breve storia della messaggistica per smartphone. Il servizio di chat dispone da solo di 450 milioni di utenti mensili attivi. Ma non si vive di solo Whatsapp. I principali concorrenti infatti sono Line, Viber, WeChat e Kakao Talk. Line , sviluppato dalla sudcoreana Naver Corp. nel 2011, è un’applicazione di messaggistica gratuita che è ha riscosso un enorme successo in Giappone e nei Paesi del sud-est asiatico come la Thailandia. Ha costruito la sua popolarità su stickers di personaggi comici o animali che gli utenti possono condividere in chat. A partire dal mese di novembre, 300 milioni di persone stanno usando Line in tutto il mondo. In meno di tre anni, nel 2013 l’applicazione ha raggiunto un fatturato di 423 milioni di dollari. La maggior parte delle entrate della app arrivano da giochi per cellulari. Creato dalla società con sede a Cipro, Viber Media, la app offre la possibilità di telefonare gratuitamente ai suoi 280 milioni di utenti globali. Il colosso del retail internet giapponese, Rakuten, ha annunciato di recente l’acquisto di Viber per 900 milioni di dollari. Il fondatore di Rakuten, Hiroshi Mikitani, vede la app come piattaforma potenziale per giochi e altri contenuti. Gli utenti possono effettuare chiamate video e scambiare foto e messaggi tra dispositivi mobili e desktop dei computer. L’applicazione di messaggistica mobile dominante in Cina è WeChat, lanciata nel 2011 da Tencent Holdings, una delle principali società internet nel Paese asiatico. Contava 272 milioni di utenti attivi lo scorso anno, con oltre 100 milioni fuori dalla Cina. Altre aziende cinesi che si focalizzano sul web, tra cui Alibaba e Baidu e la compagnia telefonica China Mobile, offrono applicazioni di messaggistica istantanea, ma contano molti meno utenti. WeChat dà la possibilità di inviare brevi messaggi vocali ed effettuare video chiamate tramite WiFi, consentendo agli utenti di risparmiare denaro. Inoltre l’app è stata recenetemente dotata della funzione per gli acquisti in e-commerce. Infine c’è Kakao Talk : creata nel 2010 da una startup della Corea del Sud, l’applicazione si è diffusa rapidamente nel Paese crescendo insieme con il mercato degli smartphone. In Corea è diventato talmente popolare che è entrato nel linguaggio popolare il detto ”facciamo Ka Talk”. Kakao Talk è utilizzata perfino da uomini affari sudcoreani che tengono conferenze online e mettono in piedi chat room grazie alla funzione che permette di creare gruppi. Tuttavia l’app è in ritardo all’estero rispetto ad altre applicazioni. I giochi per smrtphone hanno aiutato Kakao Talk a diventare profittevole nel 2012 e il gruppo creatore pianifica la possibilità di una ipo nel 2015. Chissà cosa hanno pensato sabato scorso Nikolai e Pavel Durov, i fondatori di Telegram , ma anche del social network russo Vkontakte, quando la strafamosa Whatsapp  si è bloccata per diverse ore . D’altronde l’acquisizione dell’app di messaggistica statunitense, leader del settore, da parte di Facebook non è andata giù a milioni di utenti, turbati fondamentalmente da questioni di privacy. Un flusso sempre più massiccio di persone ha quindi dato il via all’usuale trasloco di applicazione, tipico di questi casi. Telegram, la nuova app di messaggistica sta esplodendo in queste ore: afferma di aver raccolto domenica scorsa, cioè nelle 24 ore successive al blocco della più celebre app, quasi 5 milioni di nuovi utenti. Un boom soprattutto europeo che ha provocato a sua volta un sovraccarico ai server, un black-out di un paio d’ore e la presenza fissa nelle classifiche dei servizi più scaricati in decine di mercati. Fino allo scorso ottobre vantava appena 100mila utenti attivi su base quotidiana: un salto incredibile frutto di un insieme di fattori, alcuni casuali, ma anche dell’offerta particolare. L’app è infatti blindata: i messaggi sono criptati e possono essere programmati, un po’ come su Snapchat, in modo che si autodistruggano dopo un certo lasso di tempo dalla lettura. Inoltre i server dell’app sono distribuiti nel mondo: questo significa più velocità, quindi tempi di consegna dei messaggi minimi, e massima sicurezza. Non bastassero queste rassicurazioni sotto il profilo della tutela della privacy, ci sono altre caratteristiche che rendono il programma piuttosto appetibile. Per esempio l’organizzazione cloud based dei contenuti, cioè la possibilità di accedervi da qualsiasi dispositivo, anche da pc. E il fatto di essere open source: le api e il protocollo sono liberi. Intorno alla creatura dei fratelli Durov possono quindi fioccare altre applicazioni. Dulcis in fundo, l’app è gratuita e dà la possibilità di inviare contenuti di qualsiasi dimensione a chat di gruppo, anche segrete, fino a 200 contatti. “Ci aspettavamo un milione di nuove registrazioni al giorno -si leggeva nei giorni scorsi sul profilo Twitter ufficiale dell’app – 5 milioni è qualcosa di folle. Francamente, avremmo preferito avere una crescita graduale. Il nostro piano era quello di essere pronti per questo genere di esplosione nel giro di un paio di mesi, non ora”.  Ritornando all’acquisizione più succulenta dell’ultimo periodo, Mark Zuckerberg lunedì sul palco a Barcellona durante il Mobile World Live Keynote ha precisato che il valore reale dell’azienda acquisita è anche superiore alla cifra sborsata. Certo il tempo di recupero dell’investimento sarà lungo, ma “ Whatsapp è un’azienda sana – continua Zuckerberg –  e in costante crescita ”. Il ceo sottolinea che l’azienda di messaggistica, pur rimanendo indipendente da Facebook, si integra perfettamente con la “ vision e mission ” della sua azienda, e inoltre “Whatsapp potrà crescere ulteriormente grazie al sostegno che il social network potrà offrirle” . 

Exit mobile version