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I numeri del lavoro premiano Apple

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Cupertino, da tempo in polemica con l’Unione europea per questioni di tasse e posizione dominante , come diverse altre compagnie hi-tech americane, prova a riconquistare punti a Bruxelles (e non solo) rendendo noti i dati sul lavoro delle sue succursali europee: 16mila dipendenti diretti, cui vanno aggiunti 116mila posti creati dalle società che vivono nell’ecosistema della Mela, i 497mila delle start-up e i 132mila dell’indotto. In totale, Apple muove, direttamente o indirettamente, 629mila posti di lavoro nel Vecchio Continente : un volume d’affari e un impatto socio-economico decisamente importante, soprattutto grazie agli sviluppatori di iOs, il sistema operativo mobile usato da iPhone e iPad, che sempre di più catalizza le attenzioni delle pmi tecnologiche, capaci di approntare software, applicazioni e funzionalità ad hoc per il Melafonino. App Store, nel suo complesso, è valutato 20 miliardi di dollari, dei quali 6,5 versati lo scorso anno alle società europee. Stando al report di Apple, nel 2008 i posti di lavoro determinati dalla sua impresa erano poco più di 500mila , dunque nell’ultimo quinquennio ci sarebbe stata una crescita cospicua. Non a caso, il fatturato da devolvere alle start-up continentali, per la fine del 2014, dovrebbe arrivare a 16 miliardi di dollari (sugli 86 complessivi). Ma non basteranno numeri spaziali per rabbonire le autorità antitrust e fiscali di Bruxelles.

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