Prosegue, con qualche intoppo, il passaggio delle trasmissioni tv dalla piattaforma analogica a quella digitale. Lo switch-over nel Piemonte occidentale, dieci giorni fa (con 2,9 milioni di persone coinvolte), sembra essere riuscito. I vecchi segnali di Raidue e Rete 4 sono stati spenti e i trasmettitori interessati dal passaggio sono stati efficacemente convertiti. Dopo Sardegna, Trentino e Val d’Aosta si lavora alacremente per evitare inconvenienti nelle regioni di Lazio e Campania , le prossime a ‘traslocare’ su decoder. I problemi, però, non mancano: in Sardegna si lamentano, a sette mesi dallo switch-over, ancora molti disservizi. Comincia a farsi strada la preoccupazione di alcuni esperti secondo i quali la tecnologia utilizzata per il digitale terrestre sarebbe obsoleta, costosa e limitata. A rischio ricezione vi sono gli utenti che hanno già problemi con il segnale analogico. Le aree interessate dal problema sono, sulla carta, poche. Fra i limiti di copertura del segnale e di decoder, il rischio ricezione però rimane. Un banale problema d’antenna, nella maggior parte dei casi, porta a difficoltà nell’uso del digitale. La tecnologia avanza, insomma, ma ci sarà ancora bisogno dei vecchi antennisti. La Rai ha inoltre deciso, entro il mese di giugno, l’attivazione della piattaforma satellitare Tivusat , per ovviare ai possibili problemi di ricezione del segnale del dt e permettere la completa fruizione dell’offerta televisiva digitale in chiaro tramite satellite.
I problemi del digitale terrestre: Rai accenderà Tivusat

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