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I raggi cosmici misurano l’acqua grazie a una startup di Padova

Una sonda contro la siccità

Una sonda contro la siccità

Una piccola sonda senza fili creata da uno spin off di UniPd promette di aiutare a contrastare la siccità.

Sfruttare i raggi cosmici per misurare l’acqua nel suolo fino a 50 centimetri di profondità: non è fantascienza da Anime, bensì il lavoro svolto da una piccola sonda senza fili messa a punto dalla startup Finapp, spin off del Dipartimento di Fisica dell’Università di Padova. Un ritrovato innovativo che promette di aiutare a combattere la siccità, che aumenta costantemente anche in Italia.

Irrigare quando serve

Grazie alla tecnologia Crns (Cosmic Ray Neutron Sensing), l’invenzione vuole mettere alcune recenti conoscenze scientifiche a disposizione del settore agricolo, così da aiutare gli agricoltori nell’uso consapevole dell’acqua. La sonda infatti, indagando lo stato di umidità del terreno, dà indicazioni precise su quando sia necessario irrigare e quando si possa invece evitare di bagnare i campi. Al progetto si lavora già da qualche anno, visto che l’idea di utilizzare un rivelatore nucleare per stimare quanta acqua ci sia nel terreno risale all’autunno 2016: da allora prima si è passati a un prototipo e poi a un’azienda, a riprova della possibilità anche in Italia di passare dalle teorie dell’Università alla pratica dell’Industria.

Come funziona la sonda?

Dall’interazione dei raggi cosmici (che raggiungono continuamente la superficie terrestre) con le molecole d’acqua presenti nel suolo, nelle piante, nella neve… si forma una sorta di “nebbia” di neutroni sospesi, che vengono contati con un’innovativa tecnologia in grado di superare i limiti finora riscontrati con satelliti, droni e termocamere. In azione c’è adesso una sonda relativamente compatta (4 chilogrammi di peso; 35x25x15 cm di volume), in grado di fornire valori di umidità del suolo validati in tempo reale e totalmente autonoma dal punto di vista energetico grazie al suo mini pannello solare. Non solo: installata a 2 metri sopra il suolo, non richiede alcun tipo di manutenzione. I dati raccolti vengono poi trasmessi al cloud Finapp oppure ad altri cloud, da dove sono sempre disponibili e accessibili, utili anche per determinare corsi, ricorsi e cambiamenti.

di Daniela Faggion

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