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ICT CRESCE MA POCO

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Il mercato riporta un segno positivo, ma la spesa è ancora inferiore a quella del 2000. Le aziende investono poco in tecnologia.Il mercato Ict italiano ricomincia a vedere qualche risultato positivo. Siamo ancora lontani dai fasti d’inizio secolo, ma il settore è investito da una lieve ripresa. Lo rivela un’indagine sul mercato del software e servizi in Italia che Assintel ha commissionato a Nextvalue. L’analisi è stata realizzata su un campione di 500 aziende utenti, partendo da piccole imprese con meno di 50 dipendenti fino a quelle con più di 500 dipendenti, nel periodo aprile-giugno 2006. L’analisi globale del mercato IT conferma per il 2006 una moderata crescita (+1,5%) del settore, con un ritorno al segno positivo dei Servizi IT (+0,6%) e del Software (+2,6%). In valori assoluti il livello della spesa (quasi 21 miliardi) è ancora al di sotto di quelli del 2001 e 2002, ma superiore rispetto ai tre anni appena passati. “La crisi di crescita che ha afflitto per lungo tempo il sistema italiano non è ancora definitivamente alle spalle – afferma Giorgio Rapari, presidente di Assintel -. Possiamo però affermare di essere a un punto di svolta che può condurre al ritorno dello sviluppo grazie alla capacità di reazione del nostro sistema-Paese”. Secondo Rapari l’imprenditoria italiana ha tutte “le qualità per riprendersi e giocare un ruolo di primo piano nella competizione globale”. In questo contesto il sistema associativo “può e deve essere lo snodo per la creazione delle sinergie necessarie all’avvio deciso di una cultura dell’innovazione tecnologica, che sia innanzitutto dialogo e integrazione fra tutte le componenti del sistema produttivo. Solo avviando, a piccoli passi e da singoli punti differenti, un processo di rivoluzione culturale dal basso, sarà possibile creare un nuovo modo di intendere l’impresa, la tecnologia e la competitività di tutto il nostro Paese”.I dati rilevati da Assintel affermano che il segmento Hardware si attesta su una spesa di 7,4 miliardi di euro, con una crescita del +2,2%, confermando un trend di risalita che ormai dura da tre anni. Il Software raggiunge i 3,9 miliardi, con un incremento del 2,6%, ma la crescita è minore di quella europea (+5,7%). I Servizi IT totalizzano 9,7 miliardi con un lieve incremento dello 0,6% (mentre in Europa i Servizi IT crescono del +5%). La domanda di IT deriva in particolar modo da Banche, con investimenti per 4,7 miliardi, e Industria con 4,4 miliardi, entrambi con incrementi modesti sull’anno precedente, rispettivamente di +0,8% e +0,6%. Cresce il mercato Consumer con un +8,3% e 1 miliardo di spesa. Aumentano gli investimenti di Tlc e Media con un +3,4% per un valore di 2,5 miliardi e crescono anche le Utility (+4% per 0,8 miliardi) e Commercio, Gdo e Servizi che rappresentano una spesa di 2,3 miliardi di euro cresciuta del +2,6%. In calo la spesa della Pubblica amministrazione centrale con un -1,8 sul 2005 per un valore di 1,6 miliardi, mentre gli Enti Locali fanno registrare un leggero aumento (+0,5%) e un totale di 0,8 miliardi.Per quanto riguarda le previsioni di crescita delle diverse applicazioni che stanno alla base della gestione aziendale, i principali ambiti di investimento e di crescita nell’area IT sono: il Software di Base (+0,6%), i Dbms (Data Base Management System) e i Middleware (+4,3%), i Package Applicativi (+2,2%) e di Industry, il Software Custom, L’Erp Esteso (+2,3%), i Package Gestionali (-7%), la Supply Chain Management (+2,6%), il Customer Relationship Management (+1,6%), la Business Intelligence e l’Enterprise Performance Management (+3,6%), il Cad/Cam, il Gis, il Plm, il Software di Factory Automation (+2%), l’Enterprise Content Management, il Document Management e il Business Process Management (+10,1%). Il mercato dei servizi IT raggiungerà a fine anno il valore di 9.719 milioni, con un tasso di crescita positivo dello 0,6%.Le aziende tendono a contenere i costi e a recuperare l’efficienza. Lo conferma la parte del rapporto di Assintel che ha indagato sulla domanda di software e servizi, coinvolgendo un panel di 500 responsabili IT di aziende che hanno rivelato le proprie strategie aziendali: il 61% ha evidenziato l’“Ottimizzazione dei costi”, e il 17%, tra le aziende Top, la “Reingegnerizzazione dei processi e dell’organizzazione”. Il 93% dei rispondenti dichiara un budget disponibile per la spesa IT inferiore al 2% del fatturato. Tra le piccole imprese un 4% di rispondenti dichiara una spesa superiore al 2,5%. Insomma, l’It è considerato ancora da pochi come una leva strategica fondamentale per le imprese. In Italia il rapporto spesa IT sul Pil è dell’1,8%, mentre arriva al 4% nel Regno Unito e 5,5% negli Usa.Qualche buona notizia arriva anche dal settore della microelettronica che nel primo semestre 2006 in Italia ha raggiunto 734 milioni di euro, con una crescita del 5% rispetto al primo semestre 2005 e del 9% rispetto al secondo semestre 2005. E’ quanto rivelano l’Associazione Nazionale Componenti Elettronici aderente ad ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche) e Assodel (Associazione Nazionale Fornitori Elettronica). I dati si riferiscono sia alla produzione sia alla distribuzione. Dei 734 milioni, 256 (35%) derivano dal canale Oem e 478 (65%) dal canale della distribuzione . Il secondo trimestre 2006 mostra una flessione del 5% rispetto ai tre mesi precedenti. La ripartizione dei mercati finali ha visto un incremento soprattutto nei comparti Automotive e Industrial. Per l’intero 2006 ANIE/Assodel prevedono una crescita del mercato dei semiconduttori in Italia compresa tra il 9,5% e il 12%, con un fatturato tra i 1.400-1.450 milioni. Per il prossimo quinquennio i settori applicativi che presentano un potenziale di crescita maggiore sono la robotica e il mercato delle memory card, con un tasso di crescita potenziale annua rispettivamente del 62,20% e 23,30%. Le previsioni di chiusura d’anno per il mercato italiano dei connettori ipotizzano una crescita di circa il 10%.• Simona Montella

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