Site icon Telepress

Ict e Innovazione? Forse

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration

La Pa locale investe meno in Ict, ma privilegia le funzioni interne e dimentica i cittadini. La spesa ammonta a 1.383 milioni di euro. Le tecnologie entrano nella Pubblica amministrazione locale (Pal), ma i servizi rivolti ai cittadini sono spesso ancora carenti. Lo rivela il 2° Rapporto Assinform sull’Ict nella Pubblica Amministrazione Locale che ha coinvolto 900 fra regioni, province, comunità montane e comuni di ogni dimensione e di ogni area geografica. Da una parte le amministrazioni “hanno teso a privilegiare interventi sulle funzioni interne: gestione del personale, contabilità, tributi, mentre è stato trascurato l’ammodernamento tecnologico delle funzioni che hanno impatto diretto sui cittadini e sullo sviluppo locale, quali ad esempio la sanità e i centri di prenotazione dei servizi sanitari per le regioni, la gestione dei catasti e le relazioni con il pubblico per i comuni” spiega Ennio Lucarelli, presidente di AITech-Assinform. La spesa It della Pal è salita complessivamente nel 2006 del 2,9%, raggiungendo un volume totale (enti locali + asl e utilities) pari a 1.383 milioni di euro, in calo rispetto all’anno precedente (+ 3,4%). A spendere di più sono state le regioni (+6,5%) con 421,7 milioni di euro, mentre è stato segnato un decremento da comuni (-3,2%), province (-2,1%), comunità montane (-2,3%). Il Rapporto rileva come “solo una parte della spesa della Pal è destinata all’acquisto di beni e servizi informatici sul mercato, in quanto una quota crescente, giunta ormai al 43%, viene destinata a società di servizi informatici controllate dagli Enti stessi”.  Il trend di crescita della spesa destinata ad alimentare le società pubbliche è passato dal 4,3% nel 2005 al 4,7% nel 2006, quello relativo alla spesa per reperire servizi e beni informatici sul libero mercato ha segnato un +1,6% nel 2006 a fronte del 2,8% dell’anno precedente. Ad alimentare la pratica dell’in-house sono le regioni, con il 46,7% dei servizi informatici forniti da società controllate. In generale la ricerca segnala una buona copertura informatica per le funzioni interne (back-office), ma è carente sul fronte dei servizi diretti al cittadino e all’impresa (front-office). Le regioni vantano una copertura informatica del 100% per quanto riguarda le funzioni di back office quali la contabilità e bilancio, amministrazione del personale; scende all’80%, per la gestione delibere e del patrimonio e non va oltre il 67% per funzioni come il controllo di gestione, la contabilità dei lavori pubblici e progetti. Sul fronte dei servizi diretti ai cittadini e alle imprese, a parte l’eccezione dell’area dei Suap (Sportello unico attività produttive), coperta nell’80% dei casi, è sotto le aspettative la copertura di aree critiche come la gestione sanitaria (60%) e il Cup – Centro unico prenotazioni – (47%) e per quelle legate all’ammodernamento dei processi, quali l’archiviazione elettronica dei documenti, coperta in meno della metà dei casi. I comuni hanno una copertura informatica di oltre il 91% per i servizi anagrafici, ma per il resto si conferma la tendenza a privilegiare l’informatizzazione delle funzioni di back office, come la gestione contabilità (87,2%), gestione tributi (83%), paghe e stipendi. E’ ancora irrisolta la copertura informatica delle aree più critiche e innovative:  contabilità lavori pubblici (40,7% dei casi coperti), gestione del territorio e catasto (39%), gestione procedimenti (32%), gestione acquisti (17,9%), Suap (17,6%), Urp – Ufficio relazioni con il pubblico – (10,9%). Le province hanno un grado di copertura superiore al 90% dei casi solo per l’amministrazione del personale e la contabilità economico-finanziaria. Nulla di fatto o quasi per le iniziative di e-government successive al 2003. Solo il 29,3% dei comuni, il 16,7% delle province, il 25,9% delle comunità montane e il 7,1% delle regioni tra quelle che hanno partecipato ai bandi hanno dichiarato di aver concluso entro il 2006 i progetti finanziati. Internet non è più un miraggio e arriva quasi ovunque, ma nell’8,3% dei comuni e nel 13,4% delle province la quota di computer connessi alla rete è sotto il 50%. Il 26,7% delle regioni dichiara tra il 25% e il 50% di computer non connessi a internet. Il fenomeno è più marcato al Sud e nelle Isole. Regioni, province, comunità montane  e grandi comuni utilizzano nel 60-70%  dei casi collegamenti ad alta velocità (Fibra ottica, Adsl, Hdsl, ecc.), mentre quasi il 40% dei piccoli comuni  utilizza ancora l’Isdn e il 6,5% un modem. Nella Pa locale comincia a farsi strada  il VoIp, fonte di risparmio: il 93,3% delle regioni, il 71,4% delle province, il 53,9% delle comunità montane, il 29,2% dei comuni utilizzano o prevedono di introdurlo. I collegamenti alle Rupar (Reti Unitarie della Pubblica Amministrazione Regionale) toccano il 38% dei comuni, il 66,7% delle province, il 57,4% delle comunità montane, il 93,3% delle regioni. I servizi più evoluti come la firma digitale sono ancora poco diffusi. Altro punto dolente è lo sviluppo dei portali dedicati ai rapporti con i cittadini. Si distinguono le regioni: nell’80% dei casi offrono siti di servizio. Una buona copertura di tali portali è rilevabile solo nel 53,3% delle province e nel 18% dei comuni. I servizi interattivi, che consentono ad esempio a cittadini e imprese di effettuare transazioni online, sono una chimera. Solo il 15% fra i comuni dotati di portale ha a disposizione più del 20% dei servizi con un grado avanzato di interattività. La stessa quota vale anche per province e regioni . Simona Montella L’E-LEARNING NELLA PA FA RISPARMIARE TEMPO E DENARO La Pubblica amministrazione centrale deve sostenere costi che ammontano ad almeno 35 milioni di euro l’anno, in termini di tempo di spostamento e di minor produttività, per la partecipazione dei propri dipendenti ai corsi di formazione. Nel solo 2006 circa un milione di dipendenti ha preso parte a lezioni di aggiornamento o di perfezionamento con una media di 2 ore al giorno impiegate nei trasferimenti. Per ovviare a queste problematiche il Cnipa (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pa) ha presentato un “ Vademecum per la realizzazione di progetti formativi in modalità e-Learning nelle Pa ”, ovvero un’introduzione al mondo delle nuove tecnologie che permettono l’apprendimento e la formazione a distanza. “Con il vademecum il Cnipa intende promuovere e favorire l’uso delle tecnologie nei processi di formazione dei dipendenti pubblici, ma anche creare una cultura dell’innovazione dei professionisti alla formazione pubblica ”, ha spiegato Livio Zoffoli, presidente del Cnipa. Il ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione Luigi Nicolais è intervenuto sottolineando che “per realizzare meglio la formazione continua occorre garantire una costante produzione di contenuti digitali e realizzare una rete per la loro condivisione ” e ha precisato che “la selezione, l’organizzazione, la condivisione e la riproduzione della conoscenza è cruciale per la creazione di reti e comunità, al cui interno sviluppare un confronto continuo per condividere la conoscenza posseduta o generarne di nuova. La formazione in rete può, quindi, creare quel substrato culturale che costituisce il presupposto irrinunciabile affinché l’e-Government attecchisca all’interno delle amministrazioni”. Proprio alla luce di queste riflessioni il ministro Nicolais ha ricordato che tra gli obiettivi del suo programma ha posto la necessità di sviluppare progetti di e-learning , indicando che “per garantire in modo sostenibile la formazione continua al personale pubblico, si utilizzeranno in modo mirato e ben ponderato le metodologie e gli strumenti dell’e-Learning, garantendo al contempo una costante e qualificata produzione di contenuti digitali e realizzando una rete per la loro condivisione”. In tale ottica la Legge Finanziaria 2007 agli articoli 404 e 440 ha indicato la necessità di una riorganizzazione degli uffici che dovrà essere svolta “mediante processi di riorganizzazione e di formazione e riconversione del personale”. Infine, il ministro ha ricordato che “anche le iniziative europee, come il Piano d’azione eEurope 2005 e la recente iniziativa ‘i2010-Una società dell’informazione europea per la crescita e l’occupazione’ hanno inserito l’e-Learning tra le proprie azioni prioritarie, ritenendo che esso rappresenti una risposta efficace alle esigenze di aggiornamento della forza lavoro in Europa” Rebecca Ravizza  

Exit mobile version