Riprendendo il titolo del documentario di Al Gore, “Una scomoda verità”, l’Ifpi (International federation of phnographic industry) ha stilato una classifica dei dieci “scomodi” responsabili del mancato rispetto dei diritti d’autore. Primo classificato PirateBay.com, sito che fattura centinaia di dollari in pubblicità grazie alla distribuzione gratuita di file musicali. Sul secondo gradino del podio il discusso portale russo Allofmp3.com e medaglia di bronzo alle gang organizzate che vendono cd contraffatti. In quarta posizione il fatto che chi condivide in modo illegale materiale coperto da copyright non fa differenza fra musica di una major o di un’etichetta indipendente. Nella classifica compaiono anche i problemi causati dalla pirateria, quinta posizione infatti per le entrate mancate delle etichette discografiche, settima per il mancato supporto che il movimento anti-copyright da all’economia mondiale e ottavo per il fatto che la pirateria non è causata dalla povertà. Per l’Ifpi molti sanno che il file sharing di materiale coperto da copyright è reato, ma non si fermano finché non interviene la legge. Infine, i network P2P non sono il posto in cui scoprire nuova musica, perché è la musica più popolare a diventare merce di scambio illegale. La Commissione europea ha calcolato una crescita della distribuzione di cd, dvd e software pirata del 139% nel 2006.
Ifpi: dieci scomode verità sul diritto d’autore

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