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Il Camparino di Milano al ventisettesimo posto nella classifica World’s Best Bars

cocktail

Stile liberty, decori sulle pareti ripresi sul corpo delle tazzine, lampadari sbrilluccicanti, bancone di ebano; quando si varca la soglia del Camparino, uno dei bar più iconici di Milano, si viene travolti da un’atmosfera anni venti, elegante e moderna, nella suggestiva cornice della Galleria Vittorio Emanuele.

Il Camparino – luogo dell’aperitivo milanese per eccellenza – festeggia il suo debutto nella classifica dei 50 World’s Best Bars, che ogni anno premia le eccellenze del bere bene, es i aggiudica la ventisettesima posizione.

La premiazione si è tenuta a Londra, nell’edificio Roundhouse di Camden Town, che per il terzo anno ospita il gala di premiazione dei migliori bar del mondo.

Un importante riconoscimento arrivato vicino al compleanno dello storico bar “Poco dopo aver festeggiato i 106 anni di Camparino, – commenta Tommaso Cecca, Store Manager e Head Bartender del locale milanese – ci riempie ancor più di orgoglio essere qui oggi per celebrare un grande traguardo che vede premiati gli sforzi di tutto il team. Sin da subito abbiamo accolto la sfida, e insieme la grande responsabilità, di gestire quello che non è semplicemente un locale, ma piuttosto uno storico punto di riferimento per la città e, oggi, anche grazie al nostro lavoro, rappresenta la massima qualità e il più alto livello di innovazione nel mondo della mixology“.

Camparino fin dalla sua nascita è stato un luogo d’incontro di artisti, scrittori poeti, ma anche uomini politici e di affari proprio per volere di Gaspare Campari, inventore dell’omonimo bitter rosso bevuto in tutto il mondo, che nel 1914, sul bordo della piazza più bella di Milano, aprì il suo locale. Innovatore e lungimirante Gaspare accolse nel bar i rappresentati dell’Art Nouveau o del Futurismo e tutti protagonisti della vitalità e ingegnosità della Milano degli anni venti.

Tra una discussione di politica e una di arte i milanesi dei primi anni del 900, esattamente come noi oggi, bevevano Campari Seltz, rigorosamente freddo. Questo era possibile perché il locale era dotato di un sistema idrico, fiore all’occhiello per l’epoca: un sistema che garantiva un flusso continuo di acqua refrigerata direttamente dalle cantine; E poi ancora lo Zucco lavorato secco, specialità del locale che ancora oggi i clienti possono degustare appoggiati al bancone con vista duomo.

Il Camparino è stato e rimane un luogo di incontro sosfisticato e caloroso, un punto di incontro tra passato, presente e futuro.

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