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Il Campus delle Arti di Brera, un bel regalo di Natale

Il-nuovo-quartiere-Farini

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L’Accademia delle Belle Arti, a pochi giorni dal Natale, fa un bel regalo a Milano e non solo. Con la sottoscrizione del contratto preliminare per l’acquisto di due lotti situati nell’area dell’ex Scalo Farini, si dà il la al progetto di disseminazione artistica internazionale tanto voluto dalla Presidentessa dell’Accademia di Brera, Livia Pomodoro.

 La rigenerazione dei sette scali ferroviari dismessi della città di Milano (Farini, appunto, ma anche Porta Romana, Porta Genova, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo, San Cristoforo) è un’operazione da 1.250.000 mq. Lo Scalo Farini gioca indubbiamente un ruolo di protagonista. Farini sarà, infatti, il progetto principale sia per estensione (da solo cuba 468.000 mq), che per importanza. La trasformazione di Scalo Farini ridisegnerà una porzione importante di Milano. Un simbolo di questo progetto sarà proprio la nuova sede dell’Accademia di Brera, con cui partirà la riqualificazione di circa 15.000 mq all’interno dello Scalo. L’Accademia milanese, infatti, si occuperà della creazione di spazi innovativi. Spazi nei quali alloggiare l’avveniristico Campus delle Arti. Cosa che avverrà tra non molto.

L’Accademica ha recentemente dichiarato che il Campus di via Valtellina sarà un vero fiore all’occhiello:«Penso che questo rappresenti il primo tassello di un grande lavoro che stiamo facendo per una disseminazione artistica sul territorio nazionale e internazionale» ha sottolineato la Presidentessa dell’Accademia, Livia Pomodoro: «Sicuramente darà i suoi frutti in futuro e renderà ancora più importante questo brand già così rilevante e significativo».

Il contratto, siglato ieri a pochi giorni da Natale, da Livia Pomodoro, presidente dell’Accademia, e Umberto Lebruto, amministratore delegato di Fs Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane), proprietario dell’intero scalo, prevede la cessione definitiva entro un anno di due lotti che vedranno la nascita della cittadella della creatività, aree dove sorgeranno laboratori, aule didattiche e residenze universitarie in regime di social housing.

La collaborazione tra FS Sistemi Urbani e Accademia di Brera ha avuto inizio nel 2018 con la sottoscrizione di un contratto di locazione temporanea della durata di 5 anni su una porzione delle aree in oggetto. Nel 2020, un anno dopo la redazione del masterplan per la rigenerazione urbana dello Scalo Farini, l’Ateneo ha manifestato la volontà di acquisire le aree in via definitiva, contribuendo al conseguimento degli obiettivi dell’Accordo di Programma del 2017, che mira appunto alla rigenerazione urbana di 7 scali ferroviari dismessi sul territorio milanese.

A primavera dovrebbe seguire il rogito e, si spera entro l’estate, l’apertura del cantiere. L’iter per il reperimento dei fondi necessari e gli appalti per i lavori di riqualificazione sarà gestito dal Politecnico. Una sfida che la Pomodoro intende vincere a ogni costo per una Milano che cambia, soprattutto per i suoi giovani che la scelgono e la abitano da ogni parte del mondo.

«Crediamo che quella di Brera – ha aggiunto Lebruto – sia un’opportunità di rigenerazione urbana per la città e per i cittadini una grande soddisfazione. Saranno realizzati servizi dal verde, spazi pubblici e un mix di funzioni che serviranno per i prossimi anni a tutti i cittadini della città. La realizzazione di aule didattiche, di laboratori, di uno studentato inclusivo sociale sarà la prima pietra di una grande ristrutturazione di città. Farini ha rappresentato per anni uno strappo, una frattura storica e adesso finalmente inizieremo a ricucirla. Nei prossimi mesi lanceremo lo Scalo sul mercato e siamo convinti che nei prossimi anni ricuciremo così questo strappo antico della città».

A differenza degli altri annunci, infatti, questa volta si parte davvero. Subito dopo il rogito potranno partire le gare d’appalto, almeno nella parte già disegnata dal Politecnico. Il progetto, presentato nel 2019, prevede il recupero di una parte dell’edificio storico in cemento armato dei primi del Novecento che fu usato per il trasporto delle truppe durante la Prima guerra mondiale. Un edificio della memoria che, almeno nella parte destinata all’accademia, verrà restaurato, consolidato e valorizzato per ospitare i laboratori di restauro e i dipartimenti di nuove tecnologie di moda, design e fotografia. Saranno mantenute le due gallerie, con al centro una corte di passaggio che riproduce il modello di campus aperto già esistente nel Palazzo di Brera, dove gli studenti convivono con l’attività della Pinacoteca e della Biblioteca Braidense. Mentre la facciata sarà un gigantesco palinsesto destinato a ospitare le opere degli studenti. Resterà invariato lo spazio occupato in via Brera, mentre il nuovo campus dovrebbe riunire tutte le aule distribuite nelle sedi distaccate, tra viale Marche e Arcore.

 

di Luisa D’Elia

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