La fotografia della situazione cinematografica italiana funziona come un’iniezione di ottimismo. I dati, raccolti nel rapporto sul Mercato e l’industria del cinema in Italia curato dall’Ente dello spettacolo presieduto da Dario Viganò, si riferiscono alla stagione 2011 e quindi non parlano dell’inverno appena finito, sicuramente meno felice. Però i segnali sono forti, chiari, e anche inattesi. Aumenta il numero dei film prodotti in Italia, cresce l’occupazione nel settore, diminuisce in modo radicale la quota delle pellicole realizzate con i sostegni statali, facendo vacillare, forse, il vecchio stereotipo del cinema italiano super-assistito: “ I contributi di natura pubblica – si legge nel Rapporto – hanno toccato nel 2011 il minimo storico in valori sia assoluti, 23,0 milioni di euro, sia percentuali, 5,4%” Dei 132 film completamente italiani , cioè realizzati senza l’aiuto di fondi stranieri prodotti al termine dell’anno scorso, contro i 114 del 2010, e i 97 del 2009, la maggioranza (84) “ porta la firma del capitale privato mentre 48 sono prodotti con l’aiuto dei contributi statali. Il graduale declino della contribuzione dello Stato al settore cinematografico appare parzialmente compensato dal credito d’imposta che nel 2010 ha coperto una quota pari al 32,5% e nel 2011, secondo le prime stime, al 41,7% ”. In tutto i film prodotti sono stati 155 , “ a migliore performance della storia recente del nostro cinema, seconda soltanto al record del 1960 quando furono prodotti e co-prodotti 163 titoli”. Nella Top 20 dei film con i maggiori incassi, sono ben nove le posizioni occupate dalle opere made in Italy . Dopo il fenomeno Zalone con Che bella giornata (48,47 milioni di euro di introiti), al terzo e al quarto posto ci sono Immaturi e Qualunquemente , all’ottavo Femmine contro Maschi , all’undicesimo I soliti idioti . Seguono La peggior settimana della mia vita , Vacanze di Natale a Cortina , Nessuno mi può giudicare e La banda dei Babbi Natale .
Il cinema in crisi parla italiano

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