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Il destino incerto del sistema satellitare Galileo si divide in tre

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Jacques Barrot, commissario Ue ai Trasporti, ha presentato alla Ue tre piani per lo sviluppo della rete di geolocalizzazione satellitare Galileo. Il primo prevede un finanziamento pubblico per i 30 satelliti. Il secondo consiste in un finanziamento dei primi 18 satelliti, che farebbe slittare il debutto al 2013, e il terzo propone un finanziamento dei due terzi dal consorzio di aziende selezionato inizialmente. Quest’ultima opzione premettere alla rete di essere operativa dal 2014. Una scelta definitiva dovrebbe essere fatta entro il 7 e 8 giugno prossimi, secondo i ministri europei dei Trasporti.  La Commissione europera ha risposto adottando una comunicazione sullo stato di avanzamento del programma e ha sottolineato che la tabella di marcia di Galileo deve essere adattata per rispettare la scadenza del 2012. Il rispetto di questa data, secondo la Commissione, sarà garantito solo attraverso una nuova partnership pubblico-privato. Un altro chiaro ammonimento della Commissione per il mancato rispetto delle scadenze del consorzio formato da Eads Thales, Inmarsat, Alcatel-Lucent, Finmeccanica, Aena, Hispasat e TeleOp.  “La Commissione giunge alla conclusione che la tabella di marcia attuale, che prevede un coinvolgimento del settore privato già nelle prime fasi, non consente di rispettare le scadenze stabilite e rischia di comportare dei sovraccosti considerevoli per il settore pubblico. La Commissione propone di modificare la tabella di marcia per controllare meglio le scadenze e i costi e offrire una maggiore sicurezza alle industrie delle applicazioni e dei servizi di radionavigazione circa l’effettiva disponibilità dei segnali Galileo. La Commissione dimostra che la realizzazione dell’insieme dell’infrastruttura iniziale, pilotata e finanziata dal settore pubblico, si rivela l’opzione più vantaggiosa, più realista e, a breve termine, la meno onerosa. Al contrario della realizzazione dell’infrastruttura, la gestione del sistema sarà affidata ad un concessionario privato”, ha precisato la Commissione.

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