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IL LATO OSCURO DELLA RETE

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La repressione colpisce anche il web. Le organizzazioni per i diritti umani non stanno a guardare e si pensa a una carta dei diritti del web.Bielorussia, Birmania, Cina, Cuba, Egitto, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Siria, Tunisia, Turkmenistan, Uzbekistan, Vietnam. Questi paesi rappresentano il lato oscuro di internet: la censura. La lista è stata stilata dall’organizzazione Reporters Sans Frontières. Dai tredici ‘nemici’ del web spariscono paesi come Nepal, Libia e Maldive e per la prima volta fa il suo ingresso l’Egitto. Il presidente Hosni Moubarak “dimostra un autoritarismo particolarmente inquietante in materia di internet”. Anche lunedì scorso è stato arrestato un blogger per “attentato all’Islam e all’istituzione Al Azhar”. Per la prima volta Rsf ha deciso di accompagnare la lista con una vera e propria maratona online di due giorni. “Volevamo mobilitare gli internauti per fare azione di lobby nei confronti di alcuni paesi – sottolinea Rsf -. Possiamo dire che la preoccupazione non è solo nostra ma di migliaia di utenti di tutto il mondo”. Rsf ricorda che nel mondo ci sono sessanta cyber-dissidenti in prigione per aver espresso le proprie opinioni online. La ‘cybermanifestazione’ si è tenuta dalle 11.00 di martedì 7 novembre alle 11.00 di mercoledì 8 novembre. All’iniziativa hanno partecipato oltre 23 mila persone. “Volevamo dimostrare che i blogger e gli internauti del mondo si preoccupano del problema della censura online”. Sul sito sono stati immessi 3.300 messaggi, sono stati registrati 340 messaggi audio per Jerry Yang, il fondatore di Yahoo!, azienda che collabora con le autorità cinesi, sono stati creati 55 blog. Dal 7 novembre il sito di Rsf è anche in arabo.Un appello alla libertà di espressione su internet è stato lanciato anche da Amnesty International attraverso la campagna irrepressible.info. L’obiettivo è di “restituire al web la sua caratteristica di forza per il cambiamento, a fronte della crescente disponibilità delle aziende ad aiutare la censura e la repressione”. Internet è ormai uno strumento per la “promozione dei diritti umani”, ma “il suo potenziale per il cambiamento è sotto l’offensiva di quei governi che non tollerano la libertà d’informazione e di quelle aziende che sono disposte ad aiutarli a reprimerla”. Amnesty cita una serie di aziende quali Sun Microsystems, Nortel Networks, Cisco Systems, Yahoo! e Google che collaborano coi governi per censurare internet o rintracciare singoli utenti. La petizione è stata firmata da oltre 53 mila persone. Amnesty International ha anche diffuso un rapporto sul ruolo di Yahoo!, Microsoft e Google nella repressione su internet in Cina. Dal paese asiatico intanto un portavoce ufficiale del governo afferma che nel suo paese “non ci sono assolutamente restrizioni”.All’Internet Governance Forum di­­ Atene, che ha chiuso i battenti qualche giorno fa, si è discusso anche di censura. E proprio ad Atene Microsoft ha detto che potrebbe decidere di lasciare la Ci­na per motivi legati alla censura. Al Forum è stata presentata la richiesta di una ‘Carta dei di­ritti’ sostenuta da Stefano Rodotà, ex Garante della privacy, Robin Gross del gruppo per le libertà civili IP Justice, Fiorello Cortiana (rappresentante al Forum del Senato italiano), Daniele Auffray (assessore del comune di Parigi), José Murilo Junior (ministro della Cultura brasiliano) e Vittorio Bertola (Icann). “Internet – afferma Rodotà – rappresenta lo spazio pubblico più ampio della storia dell’umanità. Deve rimanere un luogo che garantisca nuove opportunità ai cittadini e alla democrazia”. La Carta è necessaria perché la rete è “un luogo di conflitto”. Per Rodotà non bisogna lasciare in mano ai governi la definizione di questi diritti, che devono essere stabiliti dai singoli utenti. Su internet, inoltre, devono essere rispettati tutti quei diritti validi per il mondo off-line. Il Governo italiano ha preso l’impegno di organizzare per il prossimo anno una conferenza internazionale, a partire dalla Unione Europea, su ’Internet Bill of Rights’, ricorda Cortiana.• Simona Montella

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