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Il mercato del fake Made in Italy vale 90 miliardi

Il giro d’affari di chi millanta la provenienza di prodotti da suolo italiano è di oltre 90 miliardi. Un giro d’affari illecito di contraffazione del marchio Made in Italy che ha portato la guardi di Finanza a mettere a punto per il 2023 un piano operativo più incisivo a tutela dell’industria.

L’obiettivo è quello di contrastare il fenomeno dell’Italian sounding, un sistema che sfrutta parole, immagini, colori e riferimenti geografici evocativi dell’Italia per incrementare la filiera di contraffazione che a oggi vale circa 6 punti percentuali del PIL.

Allo scopo di orientare le verifiche anti-contraffazione, la Guardia di finanza ha stretto rapporti di collaborazione con associazioni di categoria, distretti industriali e aziende dei comparti che necessitano di un adeguato presidio. Lo scopo è di ottenere il rilascio di Soq, cioè segnalazioni operative qualificate. Attraverso questi contatti e unitamente all’azione di intelligence, la Guardia di finanza punta ad aggiornare costantemente una mappatura della filiera della contraffazione e della falsificazione del Made in Italy.

Per le vendite su e-commerce il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche assicurerà il necessario contributo tecnico a supporto dell’attività svolte a livello territoriale. Ad oggi risultano forme di collaborazione e condivisione di dati delle vendite con le piattaforme Alibaba e Amazon.

di Serena Campione

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