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IL MERCATO SI FA GRASSO

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La musica digitale cresce del 600%, decollano anche contenutia pagamento e mobile tv, ma alcuni fattori frenano il mercato.Il mercato dei contenuti digitali ha finalmente preso il largo anche in Italia, ma deve ancora affrontare molte sfide per non rischiare di arenarsi. E’ quanto emerge da “e-Content 2006. Secondo Rapporto sul Mercato dei Contenuti Digitali” di Federcomin realizzato con il dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie e in collaborazione con NetConsulting. L’indagine ha preso in considerazione mobile entertainment, musica digitale, servizi di gambling, news, video (tv digitale terrestre, satellitare, IpTv, mobile Tv), beni culturali, turismo, education, adult entertainment. Nel 2005 il mercato finale ha raggiunto un valore pari a 3.316 milioni di euro. Il segmento dei contenuti a pagamento, grazie alla diffusione dei modelli pay (sia per la televisione digitale satellitare sia per quella terrestre) rappresenta l’88% del mercato complessivo con un valore pari a 2.912,6 milioni (+26,9% rispetto al 2004). Secondo Federcomin la crescita è stata sostenuta anche dalla pubblicità (+32% rispetto al 2004), mentre i public content sono cresciuti del 27%. Ha registrato un notevole balzo in avanti la musica digitale che nel 2005 è cresciuta di quasi il 600% rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il mercato dei contenuti a pagamento Federcomin nota che la quota più rilevante è costituita dal segmento video, con un valore di 1.659,7 milioni (57%). Seguono il mobile entertainment con una quota pari al 23% del mercato, per un valore complessivo di 670 milioni di euro, e il mercato dell’infotainment (525,1 milioni, 18%). La tv digitale terrestre e satellitare con il 51,4% sono ancora le tecnologie di accesso privilegiate, internet si attesta al 25% e la telefonia mobile al 23,6%.Secondo Federcomin esistono alcuni fattori indispensabili per uno sviluppo esponenziale del mondo dei contenuti digitali, come la convergenza tecnologica, la distribuzione sulle varie piattaforme (internet, telefonia Umts, tv digitale terrestre e satellitare), la pervasività crescente del settore dei media, il lancio definitivo della televisione digitale terrestre e la diffusione dei lettori di musica e video portatili.Per il biennio 2006-2007 è previsto un incremento del 52%. Nel 2006 la crescita prevista è del 24,2%, per un valore complessivo di 4.119 milioni di euro, nel 2007 raggiungerà il 22,2% a 5.031 milioni di euro. Nell’anno in corso si segnala una forte crescita della mobile tv che, grazie alla trasmissione dei mondiali di calcio, dovrebbe registrare un +292%. Buone notizie anche per la IpTv che dovrebbe segnare un +163% in termini di utenti abbonati.Fra tante buone notizie c’è anche qualche ombra. Esistono alcuni fattori che frenano lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali. Federcomin cita ad esempio le infrastrutture, le politiche di indirizzo del Governo, “elemento di fondamentale importanza ad esempio per la piena realizzazione dei progetti di digitalizzazione di biblioteche e musei, che devono esprimersi con più vigore e maggiori risorse”. Ma ci sono anche problemi legati al regime Iva, alla fatturazione, ai sistemi di pagamento, soprattutto per i contenuti acquistati via internet, e alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale che vanno a toccare in particolar modo musica e video. “Il Rapporto dimostra che le imprese dell’Ict sono chiamate a qualificare l’offerta in modo sempre più creativo e responsabile aumentando il valore aggiunto dei contenuti e dei servizi – afferma Alberto Tripi, presidente di Federcomin -. La diffusione dei contenuti digitali non può avvenire come in un grande ‘far west’ privo di regole”. Le imprese, nota Tripi, “non si sottraggono alle esigenze che sia introdotto un quadro normativo capace di regolare la grande ‘prateria’ dei contenuti digitali”. Federcomin ha chiesto al Governo di mettere “mano rapidamente a un nuovo codice per i diritti d’autore”. Il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni nota che “c’è molto da fare per trovare un equilibrio tra produttori di contenuti e distributori, ma non con fonti legislative primarie”. Sarebbe meglio “riprendere il discorso del cosiddetto ‘Patto di Sanremo’ e uno sguardo attento da parte delle Autorità competenti sulla tutela del diritto d’autore. Alla politica compete dare un indirizzo a questo processo che punta a irrobustire i produttori di contenuti”.• Simona Montella

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