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IL MISTERO DI KATIA

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“La fattoria”, giunta il 13 maggio al suo atto finale, rappresenta una scommessa vinta da Canale 5 se si guarda ai risultati ottenuti nel prime time del sabato: media del 23% di share contro il 19% ottenuto dal programma di Raffaella Carrà su Raiuno (e la finalissima ha toccato quota 28%). Il reality show condotto da Barbara D’Urso è quello che più di tutti ha un debito d’ispirazione nei confronti de “L’isola dei famosi”, considerata l’attitudine a reclutare personaggi alla disperata ricerca di visibilità o di un rilancio, e potenziali nuovi protagonisti (per la categoria si segnalano le “stelline” da calendario e i “tronisti”). Per provare a smarcarsi un filino dal modello-Isola, gli autori de “La fattoria” hanno disegnato un contesto dove il ruolo degli opinionisti in studio diventa talmente incisivo che a un certo punto non si capisce bene chi è il concorrente e chi è l’ospite! Il risultato in fondo è originale perché la sensazione è quella di vivere dentro a una sceneggiatura, immagine che rappresenta l’esatto contrario della filosofia dei reality. Del resto nessuna persona sana di mente può prendere sul serio le dissertazioni dell’opinionista Barbara Alberti, geniale a modo suo nel passare, in uno scenario degno di Cenerentola, dal ruolo di “matrigna cattiva” a quello della “sorellastra” carica di veleno e invidia. Così come “magnifico” è il mistero legato a Katia Ricciarelli: dimentichiamoci la sua grande carriera di soprano e la fine del matrimonio nazional-popolare con Pippo Baudo. Torniamo solo all’autunno del 2005 quando, tra lo stupore di tanti, la Ricciarelli conquista i critici cinematografici più esigenti per la sua interpretazione ne La seconda notte di nozze di Pupi Avati. Una nuova dimensione artistica le si spalanca davanti, e lei cosa combina pochi mesi dopo? Entra nel cast di un reality! Non pensiamo che lo abbia fatto per i soldi, riteniamo anzi che una forza oscura, carica di profonda malinconia, l’abbia spinta a provare a cercare una specie di fuga dalla realtà. Certo, poi devi entrare in gioco e confrontarti con le lune di Selvaggia Lucarelli e di Angela Cavagna, e magari qualche rimpianto per le prospettive cinefile emerge… Ma la scelta di Katia ai nostri occhi merita rispetto: forse La seconda notte di nozze ha rappresentato il suo vero instant-reality. Lo diciamo senza ironia.

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