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Il parco archeologico di Ninive apre grazie al supporto italiano

Iraq-nasce-il-Nuovo-Parco-Archeologico-di-Ninive - ph. esteri.it

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Presenti l’ambasciatore Maurizio Greganti e Nicolò Marchetti (UniBo), direttore della Spedizione Archeologica Iracheno-Italiana

C’è molto impegno italiano nella riapertura del parco archeologico di Ninive, inaugurato alla fine di ottobre. Alla presenza dell’ambasciatore d’Italia a Baghdad, Maurizio Greganti, è stato infatti inaugurato il primo Parco Archeologico dell’Iraq federale, cui ha contribuito in maniera sostanziale anche l’Università di Bologna nella figura di Nicolò Marchetti, professore del dipartimento di Storia Culture Civiltà, specializzato in Archeologia e Storia del Vicino Oriente, esperto di Assiri e Direttore della Spedizione Archeologica Iracheno-Italiana a cui si deve – appunto – la realizzazione del Parco.

Proprio a Bologna, fra giugno e settembre, c’è stata una mostra curata dallo stesso Marchetti intitolata “Gli Assiri all’ombra delle Due Torri. Un mattone iscritto della ziggurat di Kalkhu in Iraq e gli scavi della Missione Archeologica Iracheno-Italiana a Ninive”. Il progetto, ospitato al Museo Civico Medievale di Bologna, nasceva dalla restituzione all’Iraq di un oggetto mesopotamico sequestrato in Italia da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

A Ninive, splendente capitale assira fino al settimo secolo avanti Cristo e oggi parte della città di Mosul, l’Iraq ha visto tornare alla luce parte delle sue antiche radici mesopotamiche dopo le folli distruzioni per mano dell’ISIS: “un fondamentale passo nella ricostruzione e nella rinascita del paese dopo che il sito era stato devastato durante l’avanzata dei terroristi di Daesh”, ha sottolineato l’ambasciatore.

Dopo la liberazione della città irachena dall’occupazione dei miliziani, nel giugno 2017, la Missione Archeologica Iracheno-Italiana è stata chiamata a proteggere il settore orientale, corrispondente appunto all’antica Ninive. Tra il 2019 e il 2022 sono state condotte quattro campagne annuali congiunte tra Università di Bologna e Iraqi State Board of Antiquities and Heritage, oggi “premiate” con un prezioso parco archeologico.

di Daniela Faggion

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