Stranezze della politica degli anni Duemila: nella tornata elettorale dello scorso fine settimana, il Partito Pirata svedese correva per un posto al Parlamento europeo, tra le risa compiaciute dei politici di professione e lo scetticismo che accompagna ogni idea insolita. Invece, la lista guidata da Christian Engstrom ha ottenuto un incredibile 7,1% dei consensi , conquistando un seggio in quel di Strasburgo (dei 18 totali eletti in Svezia). Fondato nel 2006, il Partito Pirata chiede la riforma del diritto d’autore, l’abolizione del sistema dei brevetti e anche la diminuzione dei controlli sul web. Lo scorso gennaio, alle elezioni politiche, aveva ottenuto soltanto lo 0,6%. Indubbiamente le recenti vicende giudiziarie legate al download illegale e al file sharing che hanno coinvolto l’hub scandinavo The Pirate Bay, nonché la nuova restrittiva legislazione sul diritto d’autore online promulgata dal governo svedese, hanno contribuito a dare visibilità ai Pirati ora politici. Che ora avranno uno scranno al Parlamento europeo.
Il Partito Pirata svedese sbarca a Strasburgo

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