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Il piano del ministro della Salute per fumare sempre meno in Italia

Il fumo nuoce gravemente alla salute

Il fumo nuoce gravemente alla salute

Schillaci pensa al divieto delle e-cig, del fumo all’aperto e delle sale dedicate.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci vuole aggiornare la legge anti-fumo 3/2003, da tutti conosciuta come Legge Sirchia, alla quale si deve la rivoluzione contro sigarette, sigari e pipe nei locali chiusi. Medico esattamente come Sirchia, Schillaci ha dichiarato alla Camera che intende “affrontare il contrasto del tabagismo, che è tuttora la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile in Italia” per “conseguire l’obiettivo del Piano Europeo contro il Cancro 2021, creando una ‘generazione libera dal tabacco’ entro il 2040”. In Italia, nel 2022, l’Istituto Superiore di Sanità stimava che quasi un italiano su 4 fumi e che purtroppo il vizio stia tornando a crescere, soprattutto fra i più giovani, convinti dalle sigarette a tabacco riscaldato. Preoccupante (e chissà se qualcuno riuscirà a dimostrare una correlazione) l’aumento dall’1,1% del 2019 al 3,3% del 2022, proprio in coincidenza con tutti i cambiamenti di abitudini cui ha costretto la pandemia.

“Vista la preoccupante diffusione di stili di vita non salutari”, il ministro pensa di:
1. Vietare il fumo all’aperto se ci sono nelle vicinanze minori e donne incinte
2. Eliminare le sale fumatori nei locali chiusi
3. Mettere un freno alle sigarette elettroniche e al tabacco riscaldato
4. Estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti con nicotina e, contestualmente, recepire entro il 23 luglio 2023 la direttiva della Commissione Europea sull’eliminazione di alcune esenzioni che riguardano i prodotti del tabacco riscaldato, in modo che possa essere applicata ufficialmente dal 23 ottobre 2023.

“Il tabagismo”, ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci in Commissione Affari sociali della Camera, “è tuttora la principale causa di morbosità e mortalità prevenibile in Italia. Infatti, come ricorda l’Istituto superiore di sanità, “il fumo non è responsabile del solo tumore del polmone, ma è anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie e cardiovascolari”. I numeri sono quelli di una guerra: entro il 2030, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, il fumo provocherà 8 milioni di morti l’anno nel mondo.

Gli ostacoli maggiori potrebbero essere di natura economica visto che, secondo Eurispes, ogni anno l’erario incassa da tabacchi e correlate circa 14 miliardi di euro. È vero però – ed è una questione economica anche questa – che le spese sostenute dalla sanità pubblica per curare le patologie correlate al tabacco bruciano (è proprio il caso di dirlo) il 50% di questo introito: un costo altissimo, cui si aggiunge quello determinate dagli effetti invalidanti del fumo. L’obiettivo di Schillaci, professore ordinario di Medicina Nucleare all’Università di Tor Vergata, è che “i molteplici interessi correlati ai prodotti del tabacco, che coinvolgono i Dicasteri economici, non prevalgano sulla tutela della salute“.

di Daniela Faggion

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