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Il rock inglese (d’antan) contro Google

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Google aizza la pirateria musicale spacciando link che portano a scaricare album illegalmente messi su internet. Questa la tesi di alcuni tra i più noti musicisti britannici. Pop star del calibro di Elton John, Robert Plant e Pete Townshend hanno firmato una lettera di protesta da inviare al primo ministro inglese David Cameron, invitandolo a porre freno alla diffusione di portali di file sharing via Google.   Nella lettere viene sottolineato il ruolo attivo dei motori di ricerca nel processo di pirateria musicale (e non solo): “Rendono semplice per gli utenti trovare i link ai siti di file sharing, dove possono scaricare liberamente materiale pirata” , si legge nella missiva. La risposta di Google non si è fatta attendere: la società di Mountain View ha negato qualsiasi appoggio alla pirateria e ha dichiarato di rimuovere mensilmente milioni di link nocivi, su richiesta di chi detiene il diritto d’autore delle opere.   La diatriba è vecchia almeno quanto la banda larga. Accusare chi offre strutture e connessioni internet di favorire la diffusione di contenuti illegali è quanto meno anacronistico. E non stupisce che tra i firmatari del documento non ci siano quasi musicisti under50.

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