Domenica 1 aprile è stato un giorno storico per la Myanmar: le elezioni sono state vinte da Aung San Suu Kyi, già premio Nobel per la pace e simbolo della resistenza birmana contro la dittatura militare al potere da venticinque anni. Suu Kyi, che per più di un decennio ha vissuto agli arresti domiciliari, ha potuto finalmente tornare alla politica attiva e ha sbaragliato la concorrenza: “Il trionfo di Aung San Suu Kyi apre nuove strade”, ha titolato Huffington Post per commentare l’evento, “un trionfo storico”, come ha riconosciuto anche El Mundo . “San Suu Kyi sulla via della storia”, conferma Les Echos , che però ricorda come la situazione nell’ex Birmania resti critica. Anche The Guardian è della stessa idea, come dimostra il titolo dell’editoriale dedicato alla vicenda: “La vittoria di Aung San Suu Kyi non porta la libertà in Birmania”, scrive il quotidiano. Tanto per incominciare, il trionfo elettorale “provoca tensione nello stato asiatico”, come spiega il Daily Telegraph , e inoltre resta insoluta “la questione dei diritti umani”, come ricorda Liberation . Resta comunque la speranza, come dice The Independent , che questo sia “l’inizio di una nuova era”
Il trionfo di Aung San Suu Kyi apre nuove strade (Huffington Post)

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