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Il Veltroni giornalista è super

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di Giorgio Bellocci   Vedi Walter Veltroni interloquire come ospite di Enrico Mentana sul caso Pasolini e rimani incantato… Il giornalista Veltroni (ex direttore de L’Unità ) è un super: preparato, brillante, ficcante, mai banale. Non è questo lo spazio, e poco interessa, per stabilire se è meglio il Veltroni politico o quello in versione scrittore. Forse la storia ha già emesso la sua sentenza, o forse il nostro avrà altre occasioni nell’agone politico per una valutazione ancora più minuziosa. Lunedì, su La7, Mentana ha dapprima introdotto il film di Marco Tullio Giordana Pasolini un delitto italiano , poi ha condotto un talk molto interessante cui hanno partecipato l’ex segretario del Pd e lo scrittore Emanuele Trevi. Sul tavolo tante questioni riguardanti uno dei più clamorosi delitti della storia d’Italia: gli aspetti dell’inchiesta, ancora molto oscuri come dimostrato dall’atteggiamento di Pino Pelosi, minorenne all’epoca dei fatti, condannato a nove anni per omicidio volontario di Pasolini; ma anche quelli legati al costume, e all’atteggiamento della società italiana nei confronti dell’omosessualità del poeta regista. Trevi ha pubblicato di recente Qualcosa di scritto , ispirato alla vita e all’opera di Pasolini. Veltroni si è occupato da giornalista dell’omicidio, vantando una conoscenza personale con il regista di Medea . In definitiva le migliori scelte che Mentana poteva fare per imbastire il talk.  A un certo punto della serata il direttore del tg de La7 ha sollevato quello che può essere considerato come l’aspetto più delicato dell’intera vicenda: la dicotomia che vedeva Pasolini cenare con Moravia e altri intellettuali e immediatamente dopo recarsi negli anfratti della Roma più ambigua in cerca di “ragazzi di vita” per soddisfare i propri impulsi sessuali. Vi invito a recuperare su internet lo speciale se non l’avete visto, perché soprattutto la riflessione sulla questione sollevata da Mentana fornisce molteplici e stimolanti punti di vista. Personalmente concordo con il monito lanciato da Veltroni: non si può permettere che una discussione intorno ai gusti sessuali di Pasolini faccia passare in secondo piano la realtà di un piano criminoso messo in atto dall’eversione fascista degli anni 70, in concorso con la delinquenza comune, mirato a eliminare un “frocio comunista”.

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